Una rete di pedofili dietro il centro massaggi di Cava de’ Tirreni dove un 17enne ad aprile scorso è stato legato e violentato da quattro uomini, due dei quali mascherati. Si allarga l’inchiesta della Procura di Salerno nell’ambito della quale sono state già arrestate due persone, il 51enne Giuseppe Alfieri, titolare della struttura e il 49enne Simone Criscuolo, originario della zona ma residente a Vicenza. Intanto il 17enne non è stato l’unico a finire nella rete e gli inquirenti sospettano che altri minorenni possano essere stati vittime di un gruppo di pedofili. Nei video registrati dal telefono cellulare di Alfieri sono state trovate le immagini di un altro ragazzo, che potrebbe avere la stessa età della prima vittima, costretto a subìre massaggi erotici. I video sono ora al vaglio del sostituto procuratore Elena Guarino. E mentre Alfieri e Criscuolo sono stati arrestati con le accuse di violenza sessuale di gruppo, riproduzione e diffusione di materiale pedopornografico e privazione della libertà personale, prosegue la caccia agli altri due uomini accusati di aver violentato il 17enne ma che non sono stati ancora identificati perché indossavano maschere e parrucche. E le responsabilità potrebbero non fermarsi qui.

NUOVI VIDEO E ‘INVITI’ HOT AI CLIENTI – Il telefono di Alfieri, infatti, non ha fornito solo degli ulteriori elementi d’indagine su un’altra presunta vittima, ma anche su un giro di clienti interessati ai ragazzini. Oltre ai video e alle foto analizzate in queste ore dagli investigatori, sono stati trovati anche i messaggi whatsapp inviati dal titolare del centro a clienti uomini, la maggior parte dei quali provenienti dall’hinterland. Alfieri proponeva loro incontri con ragazzi giovanissimi, descrivendoli come pronti all’iniziazione. Pronti a rapporti omosessuali. Destinatari di questi inviti ‘hot’ sono professionisti, insospettabili, mariti e padri di famiglia che si recavano nel centro per i particolari servizi offerti o che, comunque, sapevano cosa avveniva nel centro massaggi. Molte delle loro conversazioni sono state intercettate e sono finite nell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Salerno Stefano Berni Canani. Ora rischiano l’iscrizione del registro degli indagati. Gli inquirenti stanno anche verificando alcuni aspetti del passato di Alfieri e Criscuolo. Il primo, titolare del centro, si prostituiva in prima persona nascondendo il vero business sotto la copertura di un’attività commerciale, in realtà pubblicizzata on line su un sito specializzato in proposte a luci rosse. Criscuolo, invece, era già stato arrestato nel 2006 in Veneto per un’altra storia di prostituzione minorile.

LA FIDUCIA VIOLATA – Ma la violenza di gruppo avvenuta ad aprile non era stata il primo abuso subìto dal 17enne, grazie alla denuncia del quale è poi scattata l’inchiesta. Precedentemente Alfieri aveva abusato di lui altre due volte. Il ragazzo aveva iniziato a frequentare il centro a ottobre. Il titolare era un amico di famiglia. Dopo i primi massaggi, però, ha iniziato a filmarlo dicendogli che quel materiale sarebbe servito per fare pubblicità al centro. In altri incontri ha iniziato a palpeggiarlo, continuando a filmare. “Con quei video – ha raccontato il ragazzo – mi ha minacciato, dicendo che se l’avessi denunciato sarebbero finiti sul web”. Infine il ‘rito’ di iniziazione. Un giorno il 17enne è stato accolto non solo dal titolare, ma da uomini mascherati e da un cartello con la scritta ‘benvenuto tra noi’. Lo hanno legato a un lettino e poi violentato. A turno. Tutto ripreso dai telefonini ancora una volta. È stata la madre a rendersi conto per prima che qualcosa non andava, convincendo poi il figlio a raccontare tutto ai carabinieri. E anche quando il massaggiatore era ormai a conoscenza di essere sotto inchiesta, ha continuato a domandare al 17enne se fosse stato lui a denunciarlo, chiedendogli appuntamenti a cui il ragazzo non è mai andato.

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