In questo blog è capitato di incontrare anche Morgan. Sentite che cosa ha detto.

Caro Marco, sbaglio oppure sei tornato a “musicare”?

Porto in giro il mio miglior repertorio e in alcune occasioni ho la fortuna di avvalermi di un apparato musicale di grande impatto. Come ad esempio a Parma (mercoledì 20 luglio 2016); insieme al Maestro Beppe Donghia e l’Orchestra Toscanini, stiamo preparando un concerto di valore assoluto.

In effetti, avere a disposizione un’orchestra di cinquanta elementi può voler dire fare la differenza…

Scherzi? La prassi della musica leggera generalmente non si avvale di un apparato orchestrale di tale portata. Abbiamo arrangiato nuovamente il mio repertorio; pensare a ciò, mi regala un entusiasmo difficilmente descrivibile.

Il tuo repertorio che cosa prevede?

Oltre alle canzoni dei miei album, ripercorrerò le strade battute da altri grandi musicisti, attraversando gli ultimi trent’anni della musica anglofona. A cominciare da Scott Walker.

Certo è che se pensi di arrivare alla gente con Scott Walker… Non è un artista esattamente alla portata di tutti…

Sapere che le persone non conoscano un genio della musica di tale importanza mi lascia perplesso, allo stesso tempo mi rassicura, perché vuol dire che ho la possibilità di far scoprire al pubblico una figura estremamente importante.

Gente come David Bowie e Brian Eno lo ritenevano un faro…

Stiamo parlando di un artista tra i più importanti degli ultimi trent’anni. Musicalmente è andato nell’iper-spazio, la sua musica è completamente sganciata dai riferimenti a noi cari. Come ad esempio il supporto radiofonico oppure la categorizzazione della musica. Non assomiglia a nulla di quanto noi conosciamo.

Possiedi un’attitudine divulgativa che non passa inosservata, nemmeno in tv.

La cosiddetta televisione nazional-popolare dovrebbe essere uno strumento connesso al servizio pubblico, a prescindere che sia Rai oppure privata: tutti, devono avere accesso al sapere. Partendo da questo presupposto, ritengo la mia proposta televisiva figlia di un bel compromesso; passare artisti di nicchia, sdoganandoli, di fatto, al grande pubblico, non è per niente scontato.

La tv dovrebbe essere comprensibile ai più. Sei d’accordo?

Pier Paolo Pasolini in merito ha dato un grande insegnamento. Con la sua opera è stato capace di mettere in contatto il mondo degli accademici con quello degli analfabeti. A tutti aveva qualcosa da dire e soprattutto lo diceva in maniera comprensibile. È importante che il messaggio scaturito dalla televisione sia comprensibile, siamo stufi di vedere e ascoltare persone che dicono cose che non capiamo.

Non prendiamoci in giro, la televisione italiana – e mi riferisco a quella non a pagamento – offre un prodotto mediamente deprimente.

È un dovere di chi sta in televisione cercare di elevare la proposta, mantenendo il proprio pensiero integro, cercando di renderlo fruibile, e, come dicevo, comprensibile ai più, non eliminandolo oppure modificandolo soltanto perché difficile. Altrimenti, come dici tu, si volge lo sguardo verso il basso.

Tu pensi di riuscirci?

Ci provo! Questa è la chiave! (si infervora) ed è ciò che in realtà mi contraddistingue da molti miei colleghi. Oltre a essere un musicista sono uno speaking subject, piaccia oppure no, ho la consapevolezza di rivolgermi a persone che mi ascoltano e che sono sul mio stesso piano.

Marco, spiegati meglio.

Quelli come me devono andare in tv a parlare per alzare il livello, rivolgendosi a persone in grado di seguirti. Tanto l’ascoltatore distratto c’è sempre, che tu gli dica cazzate, oppure cose interessanti, non cambia, non ti ascolterà comunque. Tanto vale rivolgersi a chi invece ha voglia di ascoltare. Soltanto in questo modo si potrà forse un giorno alzare il livello della nostra televisione.

Visto che parliamo di televisione, quali sono i tuoi progetti futuri?

Io non ho progetti televisivi, è la tv ad averli con me. I miei programmi a lungo e medio raggio guardano all’interno di ambiti filosofici e letterari e ovviamente musicali. Poi, possono esserci declinazioni che mi portano alla tv, questo sì ma nulla è programmato dalla mia persona.

Cosa pensi dei talent show?

Mi spiace doverlo ammettere ma devo proprio farlo: in tv c’è più musica proprio grazie ai talent.

Oddio Marco… mi devo sedere.

La domanda però è un’altra: “Che tipo di musica è presente in tv?” Ecco, Il mio compito, all’interno di questi spazi, è quello di inserire qualità. Spero di poterlo fare.

Vabbeh, nei talent non si ascolta certo musica di qualità…

Non sono d’accordo, non in tutti o quantomeno non dove ci sono io. Attraverso la passione che nutro per la musica in questi anni ho lavorato seriamente – se vogliamo anche per mio piacere – portando qualità, ottenendo peraltro ottimi risultati.

Manuel Agnelli ad XFactor ha fatto sobbalzare dalla sedia più di una persona. Che ne pensi?

Che cosa vuoi che pensi? Lui era uno di quelli che diceva male dei talent. Vederlo ora lì, lo rende poco coerente. Nonostante ciò gli voglio bene, gli faccio tanti auguri, consigliandogli di rimanere fedele al suo modo di essere. E in questo nutro pochi dubbi perché è un puro.

Nick Cave afferma che durante i concerti riesce a rapportarsi soltanto con quelli della prima fila. Tu invece che approccio hai con il pubblico?

Meno male che riesce a comunicare almeno con quelli della prima fila. Personalmente a livello di empatia cerco di comunicare anche con quelli che non vedo. Lui, in ogni caso, non è certo un simpaticone. Intendiamoci, è un bravissimo musicista ma appartiene a quella cerchia di artisti poco comunicativi. E’ già tanto che riesca a esprimersi con quelli della prima fila, normalmente quelli come lui in concerto “si cagano addosso…” (risata generale)

Marco, viriamo! Che rapporto hai con la popolarità?

Complesso e contraddittorio. Generalmente è connesso con ciò che una persona ha fatto per diventare popolare. Nel mio caso la popolarità ha un grado piuttosto ampio, c’è gente che mi conosce e non sa nemmeno quel che ho fatto in vita mia. Ecco, a questi, gli farei pagare anche la foto che mi chiedono.

Sei spietato!

Non è così, ho invece un rapporto sereno con chi, invece, dimostra di conoscere la mia storia e quindi approcciarmi per quella; in quel caso sarei capace anche di dare il mio numero di telefono oppure invitare a casa mia.

Immagina se un giorno dovessi finire nel dimenticatoio, come ti ricicleresti?

Ma è impossibile una cosa del genere! Io sono già nella storia con tutte le stronzate che ho detto, a gente come me non capita purtroppo di finire nel dimenticatoio (risata generale). Senti, Pipitone, io però devo andare. Alle persone come me, capita invece che siano piene di impegni, lo sai vero?

Beh, qualcosa sulla New wave e sul Post-punk, dovrai pur dirmela! Come te, anch’io sono un appassionato del periodo…

Quel periodo l’ho vissuto completamente. È molto ricco ed è possibile vederlo da un punto di vista negativo oppure dal suo contrario. Io preferisco ovviamente concentrarmi sul lato positivo di quel tempo, il quale, non dimentichiamolo, resterà per sempre l’ultima epoca pre-internet, una sorta di ultimo baluardo della purezza, intesa come assenza d’incursione del cosiddetto “grande fratello”.

Marco? Siamo alla fine e in questo blog ci si saluta lasciando un testamento di nove canzoni…

Scordatele! Devi pagare per avere le mie nove canzoni! Quando lascio le mie compilation fornisco delle idee assolutamente nuove. Mi spiace, gratis non lo faccio!

Mah! Andiamo su Il Fatto Quotidiano e tutti gli artisti passati di qui si sono prestati…

Non m’importa se andiamo su Il Fatto Quotidiano anzi colgo l’occasione per fargli tante condoglianze (risata). E in ogni caso, non voglio dargliele le mie nove canzoni!

Ciao, buon lavoro, grazie di tutto.

 

9 canzoni 9 … Pre – internet

Lato A 

Lady Shave • Fad Gadget

Leave in Silence • Depeche Mode

Love Song • Simple Minds

Seconds • The Human League

 

Lato B 

Someone’s Calling • Modern English

You • Boytronic

Talk Talk • Talk Talk

Sleepwalk • Ultravox

Europe After Rain • John Foxx

Aggiornato da redazioneweb il 21 luglio alle 10,30

Nota del blogger: 

In merito alle dichiarazioni rilasciate da Morgan secondo cui la sua risposta alla domanda – “Se un giorno finissi nel dimenticatoio, come ti ricicleresti?” –  sarebbe stata non correttamente riportata, ebbene sono andato a verificare il registrato. In effetti, riascoltandolo, lui ha ragione. Purtroppo si sentiva male e in assoluta buona fede ho trascritto quello che ho compreso. Chiedo dunque scusa a Marco per l’errore e per avergli arrecato disagio per gli insulti ricevuti.

Per quanto riguarda le nove canzoni a margine dello scritto, è consuetudine del mio blog chiudere sempre con una playlist; così è stato fatto anche per questa intervista, non attribuendo la lista al cantante ma ad un tema derivato dal contenuto del pezzo (9 canzoni 9… pre – internet). Se Morgan, infatti, mi avesse dato il consenso (e relativi pezzi), avrei ovviamente fatto presente che le canzoni erano state scelte da lui, come peraltro succede con gli artisti che in questi anni mi è capitato di intervistare. 

Articolo Precedente

Pistoia Blues, un bilancio: Father John Misty, The National e Damien Rice uniscono gli amanti del rock alternativo e del cantutorato più raffinato (FOTO)

next
Articolo Successivo

Indubstry: dub e reggae nel nuovo disco ‘Overcome’, con collaborazioni dei 99 Posse e Clementino

next