Questa è una stagione di grandi eventi.
Grande evento il forum dell’economia digitale, marchiato Facebook, in cui si decantano le meraviglie dell’operato del ministero della Funzione Pubblica.
Grande evento Google e Mibac per una ricostruzione online della Valle dei templi di Agrigento.
Grandi annunci Apple e palazzo Chigi per “450 posti” a Napoli (che dopo qualche mese si son ridotti a insegnamenti per 450 studenti che verranno fidelizzati a tecnologie Apple).
Insomma, spiccioli. Meglio di  niente, ma sempre spiccioli, confrontandoli con l’entità del contenzioso delle multinazionali con il fisco.

Eventi con abbondanza di titoli di giornali e fiumi di post nei social network, per spiccioli ben investiti in progetti destinati ad essere dimenticati subito dopo.
Qualcuno ricorda la galleria del made in Italy fatta da Google con il governo precedente, ora immersa in ragnatele digitali?
Passati i titoli dei giornali, chi fa un bilancio uno o due anni dopo?
Spiccioli che rendono alle multinazionali un po’ di benevolenza con il governo di turno che, in cambio, si ammanta di storytelling di modernità a quattro colonne.

Ma l’affare migliore lo fa un’altra multinazionale, che promette di ricavare non solo un po’ di immagine, ma reddito sonante.
Un’azienda con dirigenti indagati per frode fiscale che piazza il suo numero due, Diego Piacentini, al centro delle decisioni digitali del paese. Prima ancora di essere nominato formalmente Zar Digitale, file di potentati della pubblica amministrazione si recano al suo cospetto ad esibire piani tecnologici e ricevere indicazioni.
Proprio questa è la voce che si raccoglie tra Palazzo Chigi ed il Transatlantico: il numero due di un’azienda indagata per frode fiscale, senza alcun incarico formale, sta incontrandosi periodicamente (fisicamente o in remoto), con i vertici del digitale italiano per conoscere dettagli dei piani ed impartire istruzioni.

E nel frattempo si legge che Amazon sta trattando con Enel per comprare delle centrali dove mettere i propri centri di elaborazione dati. Collegati ovviamente con la fibra di Enel Open Fibre, la stessa costola di Enel che il governo simpaticamente propugna per fare concorrenza agli operatori tlc italiani. Il tutto mentre il responsabile commerciale di Amazon per la pubblica amministrazione italiana gira per enti e ministeri per esibire il campionario dei propri servizi cloud.
Un monumentale conflitto di interessi. Anzi, di allineamento di interessi.

Ve lo immaginate se il numero due della Volkswagen venisse arruolato per rilanciare l’auto in Italia?
Perdipiù mentre la sua azienda tratta per acquistare ex patrimonio pubblico ed il responsabile commerciale si fa in quattro per visitare i potenziali clienti pubblici?
E non è tutto. Vi immaginate se nel contempo dirigenti Volkswagen fossero indagati per frode fiscale?
Quanti secondi ci metterebbe Marchionne per saltare alla giugulare di Renzi ? E che copertura mediatica avrebbe?

E invece, l’industria Ict nostrana non solo tace, ma proprio acconsente.
E lo fa con un bel convegnone confindustriale pieno di esponenti di governo, di slide e di racconti dell’Eden che verrà.
Grande evento, come il giorno del Ringraziamento, con i tacchini che lo festeggiano.

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