Il Senato ha approvato con 184 voti favorevoli, 45 contrari e 44 astenuti il disegno di legge sull’equilibrio di bilancio degli enti locali, che passa ora alla Camera in seconda lettura. I verdiniani di Ala hanno votato sì, voto contrario invece dal M5S. La maggioranza, che da sola ha ottenuto 167 voti favorevoli, ha quindi superato il primo scoglio dopo le fibrillazioni dei centristi che si erano registrate nei giorni scorsi.

Il testo semplifica le procedure imposte a Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane e riduce i vincoli che devono rispettare per contribuire al rispetto del patto di Stabilità da parte dello Stato. Al posto dei quattro diversi saldi che andavano tenuti sotto controllo finora ne resta uno solo: quello tra entrate e spese finali. Le operazioni di indebitamento e di investimento dovranno essere effettuate “sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale” che garantiscano il rispetto del saldo da parte dell’insieme degli enti territoriali della regione interessata. Infine si stabilisce che tutti gli enti locali, “tenuto conto dell’andamento del ciclo economico”, concorrono alla riduzione del debito pubblico attraverso versamenti al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato secondo modalità definite con legge dello Stato. È stato cassato come inammissibile dalla commissione Bilancio alla Camera l’emendamento di Si-Sel sull’iscrizione nel catasto nelle piattaforme petrolifere installate nel mare territoriale e sul loro assoggettamento all’Imu.

Le modifiche fatte al testo durante il passaggio a Palazzo Madama sono state poche e decise all’unanimità. Gli enti locali avranno la possibilità, a partire dal 2020, di inserire stabilmente il fondo pluriennale vincolato tra le entrate e le spese finali in termini di competenza del bilancio. Nel prossimo triennio sarà la legge di Bilancio (che da ottobre unirà ddl Stabilità e ddl Bilancio) a prevedere, dopo una concertazione tra governo e Anci, quanta parte del fondo pluriennale vincolato inserire nelle entrate dei bilanci degli enti locali.

Una legge dovrà poi definire i premi e le sanzioni da applicare alle Regioni, ai comuni, alle province, alle città metropolitane e alle province autonome di Trento e di Balzano, sulla base del rispetto o meno dell’equilibrio dei bilanci.

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