“Da oltre 30 anni è pronta a Messina la sede che dovrebbe ospitare i tesori artistici scampati al sisma del 1908: opere di Antonello da Messina e Caravaggio, tra gli altri, per adesso stipate in una piccola sede … vedere quella cattedrale nel deserto, chiusa nel disinteresse delle amministrazioni locali e nazionali fa davvero male al cuore: 30 anni sono troppi! Qualcuno può interessarsene?”. Così scriveva all’inizio di aprile in una lettera al Corriere della Sera Domenico Gioffré, storico e archivista impegnato sul tema. L’appello, ascoltato. Finalmente.
“Sbrighiamoci” ha detto alcuni giorni fa Nino Frassica in un video postato su “Apriti Museo”, la pagina facebook nata per sollecitare l’apertura del Museo interdisciplinare regionale di Messina. L’attore, uno dei firmatari della petizione online diretta alla Regione Siciliana e al Presidente Crocetta. Non è tutto. Un gruppo di cittadini ha anche scritto anche al ministro Franceschini e al presidente Mattarella per cercare di trovare una soluzione all’incredibile chiusura di quella che secondo le intenzioni dovrebbe diventare la seconda esposizione del Meridione, per grandezza, dopo il Museo Capodimonte di Napoli.

Una nuova struttura nella spianata di San Salvatore dei Greci in sostituzione di quella, vicina, ospitata dagli inizi del Novecento nell’ex filanda Barbera-Mellinghoff. Un moderno, grande, complesso museale, completato, che dal fondo Po Fesr 2007-2013 ha ottenuto 1.988.800 euro per i lavori di “integrazione, adeguamento e modifica delle dotazioni e degli impianti preliminari all’apertura” e di 1. 373.518 per un ulteriore “adeguamento”. Cifre alle quali vanno aggiunti i circa 30 miliardi di vecchie lire di costi precedenti. Insomma tanto denaro pubblico. Finora insufficiente per il completamento del complesso pensato per riunire i quasi 20mila reperti che il terremoto del 1908 ha risparmiato. Nove settori all’interno dei quali saranno distribuite, in ordine cronologico, le opere, dal Medioevo al ‘700. Diverse le aree tematiche, dalle iscrizioni arabo-normanne fino ai capitelli del Duomo, dalle opere del Montorsoli a quelle del Caravaggio. Un progetto per la città, magnifico, ma ancora incompiuto. Certamente non fruibile.

Una vicenda tanto paradossale da sembrare impossibile.”Ho avuto modo di visitare il Museo di Messina due anni fa, e ho anche avuto modo di vedere questa bellissima ala nuova, inspiegabilmente chiusa, dopo tanti anni dal suo completamento”, ha scritto recentemente Maria Grazia Messina, la referente della Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte. Una storia di inaugurazioni annunciate e puntualmente rimandate. Trovarne la spiegazione un’operazione complicata, al di là delle apparenze. I lavori sono conclusi, l’allestimento in corso”. Già, perché la maggior parte delle opere, all’incirca 300, che non è mai stata esposta, si trova da tempo nel Museo. Rimane da provvedere al trasferimento soltanto della quarantina di opere che arricchiscono la struttura attuale. “Ora tutto passa ai collaudi, che sono stati già avviati. Mi auguro che si possa aprire a metà del prossimo anno ma non possiamo deciderlo noi. Teoricamente è tutto programmato ma servono gli atti per le risorse da impiegare”, ha spiegato il responsabile del progetto, Gianfranco Anastasio, alla testata locale Tempostretto.

Il problema è altrove, quindi. “Attendiamo un’assunzione di impegni da parte della Regione… Serve nuovo personale e nuove risorse per la manutenzione di impianti sofisticati”, dice la direttrice Caterina Di Giacomo. “Apriremo entro l’anno con i finanziamenti regionali”, annuncia l’assessore regionale ai Beni culturali, Carlo Vermiglio. Ma intanto rimane da fare il collaudo degli impianti e da formalizzare le esigenze della nuova struttura. Il traguardo sembrerebbe davvero vicino. L’apertura, prossima. Ma rimane un comprensibile dubbio. “Il Museo di Messina disporrà a tempi brevi di nuovi spazi, essendo in fase di completamento un nuovo grande complesso museale, realizzato in area limitrofa alla attuale sede”. Così si leggeva nel maggio 2011 sul sito dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana nella pagina dedicata al Museo regionale di Messina. Anche allora il taglio del nastro sembrava prossimo. La Sicilia non ha bisogno che il Museo di Messina si trasformi nell’ennesima incompiuta.

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