“Una sentenza importante, che ha sancito l’indipendenza del giornalista nel racconto dei fatti”. E’ questo, secondo Gianluigi Nuzzi, autore di Via Crucis, il significato della sentenza del Tribunale Vaticano che lo ha prosciolto dal processo per lo scandalo Vatileaks 2 sulla fuga di notizie, insieme all’altro giornalista imputato, Emiliano Fittipaldi, autore di Avarizia. In prima battuta, il pm aveva chiesto per lui la pena di un anno di carcere, poi è stato prosciolto per “difetto di giurisdizione.

“Hanno cercato di distruggere la mia famiglia – ha detto uscendo dal Vaticano Francesca Immacolata Chaouqui, condannata a dieci mesi per la divulgazione dei documenti insieme a monsignor Vallejo Balda– in questi mesi però mi sono rimasti tutti accanto, non ho perso neanche un cliente della mia agenzia. Il Papa saprà che non c’era alcuna associazione a delinquere”, accusa dalla quale la pr è stata assolta. “Questa sentenza rappresenta per me comunque una vittoria umana e la fine di un calvario”, ha detto ancora.

Ai giornalisti che le hanno chiesto se possegga ancora documenti riservati sulle finanze dello Stato Vaticano come ha scritto su Facebook poche ore prima della sentenza, Chaouqui ha risposto: “Non è rilevante“. In ogni caso il suo avvocato Laura Sgrò ha fatto sapere che Chaouqui si atterrà al segreto Pontificio e quello che le intendeva dire è che i documenti di cui lei è in possesso per ragioni d’ufficio avrebbe potuto divulgarli già prima, non c’era bisogno della sua conoscenza con monsignor Balda, ma comunque lei non lo farà mai. Inoltre Chaouqui ha fatto sapere di aver inviato una lettera a Papa Francesco in cui ha spiegato la sua posizione ma che comunque non lo incontrerà: “Ci sarà un altro momento per recuperare il mio rapporto con lui”.

Di sentenza “equa e saggia nonostante la condanna” lieve parla all’Adnkronos Laura Sgrò, avvocato della Chaoqui. “Il verdetto è stato soddisfacente – evidenzia Sgrò – nonostante la condanna a dieci mesi. Il punto è che le accuse per i reati principali sono cadute”. A detta del legale della Chaoqui, la sentenza del Tribunale vaticano è stata di “grande saggezza. I giudici hanno guardato in faccia i fatti e questo è ciò che più importante e che fa dire che siamo in presenza di una sentenza saggia”. Al momento della lettura del dispositivo, in aula, come racconta l’avvocato Sgrò, “né lacrime né applausi. Ma una grande tensione perché è stata molto sentita”. Il legale della Chaoqui non si sbilancia più di tanto su un eventuale ricorso in appello. “C’è ancora qualche giorno per riflettere, vedremo”.

La sentenza è stata accolta con soddisfazione dalla Federazione Nazionale della Stampa: “Il proscioglimento era l’unico epilogo possibile di un procedimento giudiziario che non sarebbe nemmeno dovuto cominciare”. Lo affermano, in una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti. “Al di là della formula utilizzata dai giudici (il tribunale li ha prosciolti per “difetto di giurisdizione”, ndr)- proseguono – a Nuzzi e Fittipaldi erano stati contestati reati impossibili perché il loro comportamento era stato dettato dal solo diritto-dovere fondamentale di informare correttamente i cittadini”.

Il processo “si doveva fare, c’è una legge”, ha sottolineato padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, parlando in un briefing nel quale ha voluto evidenziare come nel dispositivo i giudici del Tribunale vaticano abbiano insistito sul fatto che “anche nell’ordinamento giuridico vaticano c’è la tutela della libertà di stampa“. “Il Tribunale – ha ragguagliato Lombardi – in base al Motu proprio del Papa, giudica sulle leggi penali che valgono nel Vaticano applicandole a certi reati qualora ci siano dei pubblici ufficiali della Santa Sede che li commettono. In questo caso, Nuzzi e Fittipaldi non sono ufficiali della Santa Sede, il reato non è commesso nella Città del Vaticano e quindi il Tribunale ha ritenuto di non avere avuto giurisdizione. Il Tribunale ha insistito sul fatto che esista la libertà di stampa anche nell’ordinamento giuridico vaticano”.

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