Gli editori di libri scendono in campo contro il monopolio Siae. L’Associazione delle case editrici italiane (Aie), che raduna attorno a sé il 90% delle aziende del settore, ha fatto sapere di essere a favore della liberalizzazione del mercato dei diritti d’autore. Secondo quanto riferisce La Repubblica, il presidente Federico Motta lamenta danni economici consistenti dovuti all’assenza di concorrenza. “Ogni anno perdiamo fino a 80 milioni di euro in diritti non riscossi da Siae. Ma non possiamo andarcene”, ha riferito Motta al quotidiano. Il riferimento è, probabilmente, ai diritti relativi alle fotocopie (circa 3 milioni annui) la cui riscossione è assai complessa sulla base di una legge che la stessa Aie ha contribuito ad approvare. Anche perché Siae non riscuote i diritti degli editori di libri Aie di cui meno del 10% è iscritto all’ente.

Fatto sta che la polemica anima nuovamente la querelle del monopolio sul diritto d’autore che, in Italia, è sancito per legge. Una situazione destinata ad evolversi come auspica anche l’Antitrust sulla falsariga di quanto richiesto da Bruxelles. Al momento però non sono ancora chiare le intenzioni del governo. Qualche indizio tuttavia è arrivato dall’intervento del ministro dei beni culturali Dario Franceschini che ha spiegato come “all’estero ci invidino il monopolio” poco apprezzato però da Bruxelles. La direttiva Barnier, che avrebbe dovuto essere recepita in Italia entro aprile 2016, va infatti a favore della liberalizzazione del mercato dei diritti d’autore. Di conseguenza, se l’Italia deciderà di non allinearsi alla linea comunitaria, rischia una procedura d’infrazione che seguirà la messa in mora decisa dalla Commissione lo scorso 16 giugno.

Intanto nelle prossime ore il Senato dovrà esprimersi sulla legge delega per il recepimento della direttiva comunitaria. Nel testo, però, non c’è nulla di definitivo sul tema della liberalizzazione. L’ultima parola spetterà quindi al governo che potrebbe anche decidere di mantenere inalterato il monopolio Siae. Se così fosse c’è da attendersi non solo la reazione di Bruxelles, ma anche degli altri operatori che si affacciano sul mercato italiano e che stanno già rubando artisti alla Siae. E’ il caso della start-up britannica, nata da capitali e manager italiani, Soundreef alla quale si sono rivolti di recente i cantanti Fedez e Gigi D’Alessio. Non c’è dubbio insomma che la situazione sia destinata ad evolversi. Anche perché, parallelamente alla legge delega, il Movimento 5 Stelle ha depositato alla Camera una proposta di legge che non solo propone la liberalizzazione del mercato dei diritti d’autore, ma si preoccupa anche della sua regolamentazione attraverso un’autorità di vigilanza. Una struttura di mercato, insomma, completamente diversa da quella che Siae ha conosciuto finora.

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