Sam Querrey ha appena realizzato una delle imprese più clamorose nella storia del tennis. Djokovic, favoritissimo e lanciatissimo verso il Grande Slam, non perdeva negli Slam prima dei quarti dal 2009. Querrey, negli scontri diretti, sin qui era sempre stato maciullato dal robot serbo. E da tempo l’americano non è certo al top. Davvero sorpresa inaudita, tra le più grandi di sempre. Djokovic era stato salvato ieri dalla pioggia, sotto di due set, proprio come un anno fa con Anderson (in quel caso fu l’oscurità). Stavolta gli è andata male, perché anche alla fortuna c’è un limite (Murray a parte). Il buon lungagnone Sam andrà ringraziato in eterno: l’underdog che batte il dittatore scalda sempre il cuore. Da poster in camera la faccia triste del rubizzo Becker a fine match: immagini che fanno bene. Daje. I più felici di questo tonfo storico, oltre a me e qualche milione di appassionati che non ne potevano più di una monarchia così efferata, sono Federer e (purtroppo) Murray. I favoriti, adesso, sono loro. Esulta nel suo piccolo anche Mahut, uno degli erbivori più puri, che agli ottavi avrebbe trovato proprio Djokovic e che ora ha chance di issarsi fino a una clamorosa semi con Federer (ma nei quarti avrebbe Goffin o più verosimilmente Raonic: ciao core). Nella parte bassa Murray giocherà da solo fino alla finale o quasi, ma se perde giuro che mi aprirò un Krug. C’mon Querrey: per sempre riconoscente.

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