Il pianista del Papa, anzi dei Papi. È la giusta definizione del cardinale Lorenzo Baldisseri, diplomatico di primo piano, in giro per il mondo, che ogni giorno dedica almeno tre ore a suonare il suo pianoforte. Forse rinuncerebbe perfino alla berretta rossa che gli ha imposto Papa Francesco nel suo primo concistoro, ma mai ai suoi due pianoforti. Nunzio apostolico ad Haiti, in Paraguay, in India, in Nepal e, infine, in Brasile per poi tornare, dopo quarant’anni, a Roma, prima come segretario della Congregazione per i vescovi e del conclave che ha eletto Bergoglio e poi come segretario generale del Sinodo dei vescovi. Sulla sua scrivania, tra i carteggi cifrati tra i governi di mezzo mondo e la Segreteria di Stato e gli spinosi questionari sui divorziati risposati, le unioni civili e i gay, si confondono gli spartiti del suo ampio e variegato repertorio che tradisce anche le sue origini toscane.

Si spazia da Giacomo Puccini a Wolfang Amadeus Mozart, da Heitor Villa-Lobos a Franz List, da Claude Debussy a Robert Schumann, da Pietro Mascagni a Frédéric Chopin, fino ad Astor Piazzolla in omaggio a Bergoglio. Il cardinale Baldisseri ha voluto raccogliere tutti i brani del suo repertorio nella compilation Florilegio musicale (Libreria editrice vaticana), composta da ben tre cd in cui fa vibrare con tocco delicatissimo e piacevole il suo pianoforte. Una pubblicazione inedita per un porporato che, per presentarla, si è esibito in uno speciale concerto nella Basilica romana di Sant’Anselmo all’Aventino, accompagnato al flauto dall’abate Nokter Wolf. “Sono stato chiamato tanti anni fa – racconta Baldisseri – al servizio diplomatico della Santa Sede, ma non ho mai smesso di coltivare la mia grande passione per la musica e soprattutto di suonare il pianoforte in giro per il mondo, lì dove sono stato chiamato a essere nunzio apostolico. Avrei dovuto occuparmi di musica e invece i miei superiori mi hanno chiesto di servire la Chiesa con la diplomazia. Ma ciò non mi ha impedito di continuare a studiare musica con grandi maestri e soprattutto di suonare”.

Per il cardinale trascorrere alcune ore della giornata al pianoforte “è un modo per scaricarmi e dimenticare tutti i problemi. L’ho sempre detto ai miei collaboratori: trovatevi un hobby”. Il primo concerto papale lo ha tenuto per Benedetto XVI. “Qualche estate fa – racconta Baldisseri – Ratzinger mi ha invitato a Castel Gandolfo dove ho suonato per lui. Abbiamo prima cenato poi mi sono accostato al pianoforte nuovissimo che gli avevano appena regalato. Ho chiesto al Papa se lo aveva provato prima e lui mi ha risposto di no. Mi sono fatto coraggio. Avevo davanti un pianoforte mai usato e Benedetto XVI: non era facile suonare, ma l’ho fatto. Un concerto in piena regola con il Papa come unico spettatore”.

Poi è stata la volta di Francesco: “Un’esibizione nata da una gaffe. Al termine del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, Bergoglio venne nei nostri uffici. Purtroppo l’ascensore si era appena rotto e il Papa dovette salire a piedi quattro faticose rampe di scale: era stanchissimo. Lo feci accomodare nel mio studio e, siccome ero in grave imbarazzo, cercai di alleviare la sua fatica suonandogli al piano tre brani, tra cui il tango Adiòs Nonino di Piazzolla, che ho poi inserito nella compilation Florilegio musicale. Ma da giovane ho suonato anche Lucio Battisti”.

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