Andrea Bonomi rilancia sul Corsera. Poco dopo l’ennesima bocciatura del cda di Rcs alla proposta del rivale Urbano Cairo, il finanziere milanese ha messo sul piatto 80 centesimi per azione per ogni titolo Rcs. La cifra costituisce un rialzo del 14,3% rispetto alla precedente offerta e porta l’esborso massimo di Bonomi e alleati (Mediobanca, Pirelli, UnipolSai e Della Valle) fino a 323 milioni. Inoltre si allinea al valore più basso espresso dall’esperto indipendente Roberto Tasca, che, consultato dal cda della casa editrice, ha indicato come congruo un valore compreso fra 0,80 e 1,13 euro per azione”.

Difficilmente quindi il cda dell’editrice milanese potrà esprimere parere negativo per la nuova proposta della International media holding di Bonomi. Anche perché il finanziere ha già intascato il gradimento per un piano industriale caratterizzato da un profilo di continuità rispetto al lavoro dell’attuale management Rcs. Senza contare che il numero uno di Investindustrial ha anche deciso di rinunciare alla condizione sospensiva legata alla moratoria sul debito e di non esercitare la clausola Brexit, che consente ai soci di abbandonare il progetto in funzione dell’instabilità di mercato.

La parola definitiva sulla nuova offerta di Bonomi, finalizzata a raggiungere la soglia del 30% di titoli Rcs, spetterà naturalmente al consiglio di amministrazione della casa editrice che intanto ha respinto ancora l’offerta di Cairo. Il cda del gruppo milanese ha fatto sapere di non ritenere sufficientemente interessante la proposta di scambio di 0,16 azioni Cairo per ogni titolo Rcs. Il motivo? Il prezzo è troppo basso: rispetto ai valori di borsa di venerdì, la proposta di Cairo attribuisce implicitamente alle azioni della casa editrice milanese il valore di 0,668 euro, valore inferiore alla quotazione di Rcs sul mercato.

La situazione per Cairo è insomma assai delicata. Anche perché la sua proposta è più bassa (circa il 19% rispetto ai prezzi di venerdì) degli 0,80 messi sul piatto da Bonomi. Senza contare che l’offerta dell’editore piemontese in titoli è più esposta alle tensioni di mercato di quella di Bonomi, che è completamente in contanti. Per allinearsi al valore della proposta di Bonomi, l’editore di La7 dovrebbe alzare l’asticella fino a 0,19 azioni Cairo Communication per ogni titolo Rcs. Una simile opzione porterebbe però l’editore piemontese a diluirsi fino a un massimo del 32% dall’attuale 73% detenuto in Cairo Communication. In compenso Cairo riuscirebbe comunque a mantenere il controllo del suo gruppo grazie all’introduzione del voto maggioritario che tuttavia non piace al cda di Rcs.

Non è detto infine che un ritocco verso l’alto dell’offerta dell’editrice di La7 possa convincere a pieno i soci di Rcs che hanno rilevato nel piano industriale l’assenza “di proiezioni economico-finanziarie relative al 2016”. Una mancanza che, secondo il cda dell’editrice milanese, rende difficile le valutazioni sui due esercizi successivi contenute nel progetto di scambio finalizzato nel giro di due anni alla fusione dei due gruppi editoriali.

L’ago della bilancia sembra tendere dalla parte di Bonomi. Ma le carte in tavola potrebbero ulteriormente cambiare se Cairo decidesse di rilanciare. Magari con l’aiuto di un cavaliere bianco. La partita è insomma ancora aperta con Cairo che avrà cinque giorni di mercati aperti per migliorare ulteriormente la sua offerta. Tenendo conto del fatto che, nonostante Brexit, il titolo Rcs ha chiuso la seduta di venerdì a 0,76 centesimi. Cioè ben oltre il prezzo della sua offerta.

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