Matteo Salvini stronca l’idea di Stefano Parisi come leader del centrodestra. Se finora il più titolato a guidare lo schieramento era proprio il segretario leghista, l’ex manager Fastweb sembrava un’alternativa credibile dopo il buon risultato al primo turno. E così, il numero uno del Carroccio affonda sul nascere le velleità di Parisi. “Farà il capogruppo della opposizione a Milano. Stop – ha affermato a Radio Padania – Va bene tutto ma non penso nuovo centrodestra passi da Alfano e Passera…”. E così, Salvini prova a rilanciare il progetto a partire dalle sorprese di questi ballottaggi: terrà la sua conferenza stampa a Cascina, in provincia di Pisa, primo comune della rossa Toscana a passare in mano alla Lega Nord. Ma vince il centrodestra anche in comuni emiliani tradizionalmente governati dalla sinistra, come Finale Emilia e Pavullo, e conquista Novara, Savona, Trieste, Grosseto. Anche se bruciano, e non poco, le sconfitte a Bologna e soprattutto a Varese, culla del Carroccio, dove i leghisti governavano da 23 anni.

“Milano insegna che il dentro tutti non paga – ha spiegato il leader leghista a Radio Padania – La formula moderata era sbagliata e le minestre riscaldate la gente non le mangia. In campagna elettorale mi sono morso la lingua più volte sentendo parole di Albertini e di Parisi. Ma cosa fatta capo ha. Ora dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato e ripartire”. Una riflessione nel solco di quanto dichiarato a caldo in nottata: “Ci avevano detto che era necessario avere un candidato moderato, che rassicurasse ma abbiamo visto che nelle periferie non c’è stata motivazione“. E a chi gli chiedeva se si potesse immaginare un ruolo per Parisi come leader del centrodestra, Salvini ha replicato con la pietra tombale sulle ambizioni del manager: “Già basta avere perso, mi sembra sufficiente”. 

Di segno opposto l’interpretazione del risultato da parte di Ncd. “Il centrodestra non può essere a trazione Lega, altrimenti ne esce fuori perdente – ha spiegato Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra – Ora bisogna ricostruirlo mettendo insieme le forze moderate come è stato fatto a Milano. Per ora abbiamo le gambe ma non la testa”. L’esponente centrista ricorre all’esempio di Bologna: “Con un Pd debole il centrodestra avrebbe potuto vincere ma il candidato è stato imposto dalla Lega. Noi moderati abbiamo preferito non schierarci. Il nostro supporto sarebbe stato determinante per ribaltare le sorti”.

Ma al di là degli affondi del Nuovo Centrodestra, l’idea del segretario leghista è quella di ripartire dalle fresche terre di conquista del Carroccio. “Abbiamo avuto risultati incredibili e insperati: in Friuli 3 vittorie su 3, a casa della vice di Renzi, la Serracchiani. In Veneto 4 su 6. In Piemonte Novara, vittoria storica con candidato militante leghista che correva da solo, e poi Trecate, Domodosssola e Carmagnola”. E ancora: “In Liguria, vittoria a Savona. In Emilia rossa risultati straordinari e in Toscana, Grosseto, Montevarchi e Cascina”.

Ma i successi nelle Regioni rosse non cancellano i flop di Milano, Bologna e della roccaforte varesina. “Le sconfitte di Milano e Varese bruciano – ha ammesso Salvini – ma proprio da quelle piazze dobbiamo ripartire, dalla sconfitta, e la Lega nella sua storia l’ha dimostrato, nasce la vittoria di domani”. In particolare, il mea culpa del segretario leghista è concentrato sulla débacle insubre: “Certo la sconfitta di Varese mi brucia eccome. Ma quando governi da tempo è fatale che tutti si coalizzino contro uno. E noi non siamo stati abbastanza blindati. E poi, diciamolo, non siamo stati abbastanza riconoscibili e convincenti“.

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