Morte ai traditori, Gran Bretagna libera” sono state le prime parole che Tommy Mair, l’uomo accusato dell’omicidio di Jo Cox, deputata laburista favorevole alla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea, ha rivolto ai giudici della Westminster Magistrates Court quando gli è stato chiesto di dire il suo nome. Mair è accusato, in particolare, di omicidio volontario, possesso di armi da fuoco e da taglio e di lesioni personali gravi. L’uomo di cinquantadue anni – secondo quanto riferisce la versione online dell’Independent – comparso in tribunale per la formalizzazione delle imputazioni a suo carico, è stato messo a tacere subito dopo aver pronunciato le prime parole. L’uomo non ha voluto dare ai giudici il suo vero nome e si è rifiutato anche di rispondere quando gli è stato chiesto di confermare indirizzo e data di nascita.

La polizia britannica ha formalizzato nelle ultime ore l’accusa di omicidio volontario per l’aggressione mortale con tre colpi di arma da fuoco e sei coltellate contro la Cox avvenuta il 16 giugno a Birstall (West Yorkshire), vicino a Leeds, nel nord dell’Inghilterra. Secondo gli inquirenti, Mair è un sostenitore del gruppo neonazista National Alliance con sede negli Stati Uniti e spuntano sospetti anche di un legame con lo  Springbok Club, gruppo suprematista bianco con base a Londra.

Un’altra deputata: “Downing Street era stato allertato” – Una parlamentare britannica, secondo quanto riporta oggi il Daily Telegraph, aveva espresso nei giorni scorsi “preoccupazione” al governo di David Cameron sulla sicurezza dei politici della Camera dei Comuni e di quella dei Lord, in particolare delle donne, e sul rischio di “un tragico incidente” se non si fosse intervenuti al più presto con misure più incisive per garantire una maggiore protezione. Il quotidiano inglese ha precisato che negli ultimi tempi molte donne parlamentari avevano manifestato a Downing Street il “pericolo reale di attacchi” contro di loro. Nel messaggio inviato al premier (e anche alla presidenza della Camera dei Comuni), la deputata citata dal Telegraph denunciava, nel pieno della campagna referendaria sulla Brexit, come le minacce alla sicurezza fossero “drammaticamente aumentate” in alcuni collegi.

“Cameron le rispose e scrisse anche al ministro dell’Interno” –  Lo staff del primo ministro ha specificato che Downing Street rispose personalmente alla parlamentare allarmata e trasmise il suo messaggio anche al ministro dell’Interno, Theresa May. Ma non si sa se fu fatto o almeno pianificato alcunché. E di un “clima pericoloso” sembra abbia parlato la stessa Cox, rivolgendosi ad amici che ora riferiscono la cosa al giornale.

Barack Obama chiama il marito della Cox – Il presidente degli Stati Uniti ha telefonato ieri al marito della deputata laburista per esprimergli le condoglianze dal parte del popolo americano. Lo ha reso noto la Casa Bianca spiegando che Obama ha parlato a bordo dell’Air Force One mentre si stava recando in New Mexico. “Il mondo è un posto migliore grazie al suo lavoro per gli altri e non ci può essere alcuna giustificazione per questo crimine odioso, che ha privato una famiglia, una comunità e una nazione di una donna, una madre e un servitore dello Stato appassionata”, ha detto Obama.

Tribunale di Londra chiede perizia psichiatrica – Thomas Mair, l’uomo accusato dell’omicidio della deputata laburista Jo Cox, sarà tenuto in custodia cautelare fino a lunedì, quando comparirà davanti all’Old Bailey, la corte penale centrale di Londra. Lo ha decretato il vice capo magistrato Emma Arbuthnot che ha suggerito una perizia psichiatrica. “Tenendo presente il nome che ha appena fornito, dovrebbe essere visto da uno psichiatra”, ha commentato facendo riferimento alla frase ‘Io mio nome è morte ai traditori, libertà per il Regno Unito‘ fornita dal killer quando in tribunale gli è stato chiesto di pronunciare le proprie generalità.

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