L’avevano presa in affidamento nel 2007. Lui e lei volevano adottarla, quella bambina di soli 8 mesi, ma poi lui, Marco De Candussio, è morto. Era un sottufficiale della Marina militare, ha perso la vita nel crollo della Torre Piloti del porto di Genova il 7 maggio del 2013, quando il cargo Jolly Nero in manovra urtò la Torre abbattendolo e causando 9 morti. Lei, Paola De Carli, 40 anni, non si è persa d’animo: è andata avanti e il tribunale dei minori di Genova ha deciso che la vedova e il deceduto ottenessero l’adozione. Quattordici mesi dopo quell’incidente, nel luglio del 2014, il tribunale dei minori ha deciso per l’adozione della piccola da parte della vedova. La coppia, originaria di Savignano sul Rubicone (Forlì), aveva già un figlio.

La storia è emersa solo oggi in tribunale a Genova, durante una udienza per il processo del crollo della Torre Piloti al porto di Genova. “È un caso – spiega l’avvocato Divano – unico, il primo in Italia”. I giudici dei minori hanno deciso sulla base “dell’articolo 25 della legge 184/83, che al comma IV prevede in caso di morte o di sopravvenuta incapacità di uno dei coniugi affidatari l’adozione può essere ugualmente disposta a istanza dell’altro coniuge nei confronti di entrambi”.

“La norma – dicono i giudici – deve essere interpretata sulla base del principio ispiratore di quella legge e cioè l’interesse del minore all’adozione. In questo caso tale interesse sussiste senza alcun dubbio. La bimba è perfettamente inserita nel nucleo familiare di cui si sente parte a tutti gli effetti “. Paola De Carli aveva chiesto al tribunale dei minori di Genova di poter adottare la bambina “in capo a lei e al marito deceduto, t  dimostrata continuativamente in un lungo arco di anni”. Il tribunale ha accolto la sua richiesta. La bambina ha ottenuto il riconoscimento di poter portare il cognome De Candussio. Paola De Carli, che ha deposto al processo come testimone ha ricordato: “Marco voleva che l’adottassimo. Ce l’avevano affidata quando aveva appena 8 mesi. Poi col passare del tempo avevamo manifestato l’intenzione di adottarla e ci davano sempre buone speranze. Fino all’estate 2014 con la sentenza che ci ha riempito di gioia ma che Marco non ha potuto condividere con noi”.

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