Nel primo trimestre del 2016 si registra una crescita di occupati rispetto all’anno scorso. Il tasso di occupazione, certifica l’Istat, è in aumento dello 0,8%, mentre gli occupati in valore assoluto sono saliti di 242mila unità, pari all’1,1% in più sui primi tre mesi del 2015. Sul dato influisce la crescita del tempo indeterminato, che registra 341mila dipendenti in più, anche se nel 2016, dopo il dimezzamento degli sgravi contributivi, le assunzioni hanno registrato una brusca frenata. Ma a trascinare verso l’alto l’occupazione sono soprattutto gli over 50 al lavoro, che aumentano di 335mila unità, mentre crollano gli occupati tra i 35 e i 50 anni. La spiegazione? Gli ultra 50enni sono costretti ad andare in pensione più tardi a causa dei requisiti più stringenti della riforma Fornero. Quindi per forza di cose devono rimanere al lavoro. “I numeri dell’Istat riguardano soprattutto i posti a tempo indeterminato, c’è un record storico – ha commentato il premier Matteo Renzi – Ma contemporaneamente i lavoratori autonomi e le piccole medie imprese sono ancora in sofferenza. I risultati sono sì positivi ma non ancora sufficienti a rilanciarci”.

Gli occupati salgono dello 0,8%, i disoccupati calano dello 0,9%. Nel suo rapporto sul mercato del lavoro, l’Istat registra un aumento del tasso di occupazione dello 0,8%. Gli italiani in attività sono 22,6 milioni, in aumento di 242mila unità in un anno. Il tasso di disoccupazione, invece, nel giro di un anno è calato dello 0,9%: in Italia ci sono poco meno di 3 milioni di persone alla ricerca di un impiego. Sono invece 13 milioni gli inattivi, cioè quanti non hanno lavoro e neanche lo cercano: il tasso scende dello 0,3%.

Boom degli over 50 al lavoro, crollano i 35-49enni – Nell’aumento degli occupati, il maggiore balzo in avanti è quello degli over 50, che aumentano del 4,6% rispetto a un anno fa. L’inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione, decisi dall’ultima riforma di Mario Monti ed Elsa Fornero, ha infatti generato le mancate uscite dal lavoro da parte dei dipendenti più anziani. Crollano invece i lavoratori tra i 35 e i 49 anni, che scendono di 142mila unità. Aumentano in misura più contenuta gli occupati tra i 15 e i 34 anni: si contano 50mila giovani al lavoro in più.

Cresce il tempo indeterminato, calano gli indipendenti – Con l’introduzione degli sgravi contributivi per i contratti a tempo indeterminato, sono saliti i dipendenti stabili: nel primo trimestre 2016, il dato è aumentato di 341mila unità, con un incremento del 2,4%. Allo stesso tempo, dopo l’abolizione dei co.co.pro, ci sono 101mila lavoratori indipendenti in meno rispetto a un anno fa, in calo dell’1,8%. Stabile, invece, il dato sui dipendenti a termine, che scendono di 3mila unità (-0,1%).

Mercato del lavoro fermo rispetto alla fine del 2015 – Se nell’arco dell’anno l’aumento dell’occupazione e il calo della disoccupazione sfiorano il punto percentuale, la variazione rispetto all’ultimo trimestre del 2015 è quasi nulla: il mercato del lavoro è rimasto pressoché fermo. Il tasso di occupazione è salito dello 0,1%, mentre gli inattivi sono scesi dello 0,1%. Invariato, invece, il valore relativo alla disoccupazione.

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