Si autodefiniva il ‘generale‘, si paragonava a Gheddafi per potere e contatti e non faceva mistero del suo disprezzo per la vita umana. E’ tra i più grossi trafficanti di esseri umani del mondo. Il suo nome era nella lista dei più pericolosi. E’ Mered Yehdego Medhane, eritreo, 35 anni, arrestato in Sudan ed estradato in Italia. L’aereo che l’ha portato a Roma è atterrato ieri sera. Le indagini della Procura di Palermo, che gli dava la caccia da anni, attestano il suo spessore criminale, la sua incessante attività nell’organizzazione di viaggi via mare verso le coste siciliane, il coordinamento da lui eseguito personalmente con i trafficanti responsabili della “rotta terrestre” africana ed i contatti diretti con i complici in Europa (in particolare nei Paesi Bassi ed in Scandinavia), gli enormi profitti derivanti dalla sua attività criminale e le assolute condizioni di disprezzo della vita umana delle vittime del traffico. Dall’inchiesta è emerso che l’uomo in soli tre mesi, nel 2014, ha organizzato la partenza dall’Africa di 10mila migranti, guadagnando per ogni viaggio tra i 700 mila euro e il milione di euro. Nelle intercettazioni viene fuori un uomo senza scrupoli. “Io sono più bravo degli altri, ne metto di più”, diceva l’eritreo vantandosi di stipare fino all’inverosimile i barconi diretti in Italia. Il trafficante non faceva mistero del denaro accumulato, parlando di proprietà immobiliari in Eritrea e denaro nascosto a Dubai
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