Un’amica insegnante mi racconta che ai bambini piace scoprire, son curiosi, mi dice la cosa più banale, lei lo sa bene. Ma poi a casa chiedono, fanno domande, vogliono sapere e ai genitori tocca rispondere. Chissà alla Bridge Farm Primary School, quando i bambini hanno visto il vietatissimo e proibissimo scarabocchio sul muro di scuola, la tempesta di domande (io che ho fatto la scuola d’arte e sui muri dei bagni invidiavo la scritta “IL SOLE BACIA I BELLI PERCHE’ BRUTTI LO BACIANO TUTTI”… opera prima di uno che di cognome faceva “Brutti” e mi pareva geniale perché a me non mi baciavano manco in un disegno dal vero).

Accade a Bristol, dov’è nato l’autore del vietatissimo scarabocchio, Banksy, che ha fatto una sorpresa a tutti: un bambino gioca con uno pneumatico che brucia. Gli avevano dedicato un’aula, li ha ringraziati con uno splendido murale e una lettera ai bambini che finisce così: “Ricordatevi che è più facile ottenere il perdono che il permesso”.

Vallo a spiegare ai grandi che cosa vuol dire quel disegno, ci vuole tempo, pazienza, a volte speranza. Un disegno è molto più che bello, non ha bisogno di parole, scavalca i muri e i bambini sono gli ambasciatori per venircelo a spiegare a noi grandi, unici rimasti ad aver bisogno di traduzioni, che disegnare l’abbiamo fatto tutti da bambini e (quasi) tutti… abbiamo inventato che non siamo più capaci. Un po’ come crescere i figli, un po’ come scavalcare i muri.

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