Televisione

Enrico Mentana, l’Ercolino sempre in piedi del giornalismo regala maratone indimenticabili

La cosa più assurda delle maratone di Mentana è che non finiscono mai. Letteralmente: non finiscono mai. Quella di stanotte è durata addirittura 11 ore o giù di lì, visto che dopo aver concluso la diretta di 9 ore, il direttore del TgLa7 si è persino seduto tra gli ospiti di Omnibus. Un uomo inossidabile, che evidentemente è fatto al 70% di acqua e al 30% di guaranà. Enrico Mentana, oltre a essere un signor giornalista, è anche un efficacissimo social media manager di se stesso e un venditore provetto del suo brand

di Domenico Naso

Domenica sera. Ore 22.20 circa. Su La7 parte l’ennesima maratona elettorale di Enrico Mentana. L’uomo bionico, lo Stakanov degli studi televisivi, l’Ercolino sempre in piedi del giornalismo. Per il Mitraglia ogni elezione merita una maratona notturna, fosse anche quella per scegliere i rappresentanti di classe in terza elementare, figurarsi la tornata delle comunali di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e via cantando. Comincia quaranta minuti prima della chiusura dei seggi, il direttore del Tg La7, e per quasi un’ora non fa altro che commentare sondaggi sul referendum di ottobre, intenzioni di voto per le politiche che chissà quando saranno. Anticipa i tempi di qualche anno, perché c’è da riempire l’attesa e perché lui può.

Nel pomeriggio di domenica, giusto per scaldare il suo già ampio pubblico, Enrico Mentana aveva pubblicato un post su Facebook: “Ci vediamo – se non avete di meglio – stasera alle 22.15 per la no stop sull’elezione dei sindaci. Alle 23 in punto i primi exit poll sulle grandi città. Poi le proiezioni e la sequenza dei risultati, i commenti dei protagonisti e il racconto dei nostri inviati, che avete imparato a conoscere (e qualcuno a imitare…) nelle grandi città dove si vota. In studio con me Franco Bechis, Aldo Cazzullo, Claudio Cerasa, Marco Damilano, Peter Gomez, Nicola Porro e Marcello Sorgi. Una volta si diceva “preparate i thermos”, prima che arrivasse George Clooney con le sue cialde…”

Battutista instancabile, spesso suo malgrado, il Nostro non riesce proprio a trattenersi. E anche nella lunga notte elettorale ha regalato molte perle degne di nota. Parlando con l’altrettanto leggendaria Alessandra Sardoni, che in collegamento dal deserto quartier generale di Roberto Giachetti chiedeva al direttore se non fosse il caso di spostarsi alla sede del Pd, Mentana ha risposto da par suo: “Sei da poco diventata maggiorenne, puoi decidere tranquillamente da sola dove andare”. Ma è solo una delle tante battute che il Nostro ha gentilmente offerto al popolo dei social in visibilio. Una delle sue vittime preferite è, come sempre il povero sondaggista Masia, che ogni volta si presenta in collegamento vestito da prima comunione e deve anche subire le angherie del bullo riccioluto che lo sfotte dallo studio con evidente soddisfazione.

Battute a parte, che sono un marchio di fabbrica, la cosa più assurda delle maratone di Mentana è che non finiscono mai. Letteralmente: non finiscono mai. Quella di stanotte è durata addirittura 11 ore o giù di lì, visto che dopo aver concluso la diretta di 9 ore, il direttore del TgLa7 si è persino seduto tra gli ospiti di Omnibus. Un uomo inossidabile, che evidentemente è fatto al 70% di acqua e al 30% di guaranà. E la cosa incredibile è che fosse stato per lui sarebbe andato avanti a oltranza, magari fino al ballottaggio del 19 giugno, con qualche pausa qui e là giusto per espletare bisogni fisiologici.

E potevano mancare gli intoppi tecnici, durante una diretta di Mentana? Nossignore. E infatti a urne ancora aperte (mancano circa 20 minuti alle 23), dalla regia mandano in onda la grafica degli exit poll (vietatissimi a quell’ora) di Roma. Fa finta di nulla, il Nostro, mentre Masia minimizza e gli ospiti abbozzano. Gli ospiti della maratona mentaniana si sono arresi uno alla volta, nottetempo, tipo “Dieci piccoli indiani”. Indefessi fino alla fine, l’altro maratoneta Marco Damilano e la politologa Sofia Ventura, evidentemente compagni di guaranà del direttore. Narrazione mitologica a parte, televisivamente c’è da dire che Mentana ha capito di aver creato un brand, quello delle maratone infinite, e lo sfrutta al meglio. Sa anche che il personaggio “Chicco Duracell” funziona assai sui social e sfrutta anche quello. Anche perché i “mentaners” sono tanti e si fanno sentire su Twitter, lo stesso social che Mentana ha lasciato ormai tempo fa per protesta contro i troppi haters.

Enrico Mentana, oltre a essere un signor giornalista, è anche un efficacissimo social media manager di se stesso e un venditore provetto del suo brand. Aggiungiamo, poi, che commentare su Twitter le maratone di La7 fa molto figo, soprattutto tra la gente che piace alla gente che piace. Tra una battuta e un problema tecnico, l’uomo bionico del giornalismo televisivo sogghigna e se la gode, mentre noi cominciamo già a contare i giorni che ci separano dai ballottaggi per il bis. Perché Mentana dà dipendenza, così come gli ettolitri di caffè che noi comuni mortali dobbiamo ingurgitare per stare dietro ai suoi ritmi indiavolati.

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