Votati, votatissimi, praticamente sovrani. Altro che ballottaggio, altro che lotta all’ultima preferenza. Perché in Italia ci sono alcuni sindaci per cui le percentuali sono un optional. Storie di paese, di persone, di poche parole e molti fatti. Qui la politica nazionale conta poco. Salerno è l’eccezione che non conferma la regola. Nel feudo di Vicienz De Luca il suo ex vice sindaco ha spopolato: Vincenzo Napoli ha racimolato oltre il 70% dei consensi. Alle sue spalle ha il governatore della Campania, così forte da potersi permettere di rinunciare anche al simbolo del Pd. Consenso personale, quindi. Come succede negli angoli più sperduti del Paese, da Nord a Sud, dove della politica nazionale arrivano solo gli echi.

Emblematica è la storia di Morterone, paese sui monti tra Lecco e la Valsassina, verso il confine con la provincia di Bergamo. Dei 1342 comuni andati al voto è il più piccolo: appena 33 residenti, 31 dei quali sono aventi diritto. Di questi sono andati alle urne in 17: 2 le schede bianche, di protesta; 15 i voti per la maestra Antonella Invernizzi, al suo terzo mandato con il 100% dei consensi validi. Un plebiscito? Non proprio. Perché anche a Morterone l’astensionismo si è fatto sentire: nel 2011, infatti, erano andati a votare tutti, ma proprio tutti, con l’affluenza al 100%. Oggi no. La Invernizzi, lecchese con seconda casa a Morterone, è tuttavia pronta a continuare a combattere contro i problemi d’isolamento del suo comune: basti pensare che nella stagione invernale la vecchia e tortuosa strada che collega il paese al resto del mondo viene chiusa spesso per il rischio di slavine.

Non ci sono problemi di valanghe a Pollica, in provincia di Salerno, arcinota alle cronache nazionali non solo per il mare cristallino ma anche e soprattutto per il suo simbolo, il sindaco-pescatore Angelo Vassallo, ucciso il 5 dicembre 2010 in un attentato la cui matrice è ancora al vaglio degli inquirenti. Qui Stefano Pisani, considerato l’erede di Vassallo, ha conquistato il secondo mandato consecutivo con il 94,42% dei consensi (affluenza al 63%): 1.271 voti con la sua lista “Insieme per Pollica”, contro i 75 ottenuti dalla sua rivale Sonia Palladino con la lista “Partecipazione democratica”. “Grazie a tutti i cittadini di Pollica, grazie a chi ci ha messo la faccia senza paura. Da domani si lavora tutti insieme per il nostro futuro” le poche parole di Pisani. Quale futuro? Mare e turismo eco-sostenibile. Come voleva Vassallo.

Il mare è anche nel programma di Gaetano Guarente, unico candidato sindaco di Capraia, al largo di Livorno nonché il più piccolo comune (416 abitanti) dove ieri si è votato in Toscana. Qui il primo cittadino è stato confermato con 243 voti su 316 elettori: 100% delle preferenze. Unico suo sfidante era il quorum, dal momento che sull’isola si era presentata una sola lista, ‘Guarente per Capraia’, che aveva riunito maggioranza e opposizione uscenti. Ferla, 2500 anime in provincia di Siracusa, è uno dei borghi più belli d’Italia. Qui il 39enne Michelangelo Giansiracusa (alla guida di una lista civica) ha ottenuto un vero plebiscito: si è confermato sindaco con 1179 voti contro i 100 del suo sfidante. La percentuale è bulgara: 92,18%.

In Friuli Venezia Giulia due casi limite. A Castelnovo del Friuli (904 abitanti in provincia di Pordenone), Juri Del Toso, appoggiato da ‘Viviamo Castelnovo’, è stato eletto sindaco con 291 preferenze, pari al 90,65 per cento dei voti validi. Il suo sfidante Giorgio Quaranta (Assieme si può) ha ottenuto il 9,35 per cento dei voti: appena 30 voti, ma se non ci fosse stato lui, lo sfidante, a Castelnovo non ci sarebbe stato né quorum né sindaco. In pratica ciò che è successo a Nimis, in provincia di Udine, comune di oltre 2700 abitanti. Qui si è presentato solo un candidato sindaco, Walter Tosolini, sostenuto da Lista Civica per un Nuovo Nimis. Per l’aspirante primo cittadino hanno votato 814 persone su 959 voti validi, percentuale vicina al 90%. Ma Tosolini è un re senza trono: a Nimis, infatti, non è stato raggiunto il quorum di partecipazione richiesto dalla legge per la validità dell’elezione. Arriverà il commissario.

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