La conferma arriva senza ballottaggio: a Cagliari non ci sarà un secondo appuntamento con le urne. Per il sindaco Massimo Zedda il bis si profila già dall’alba. E per ora è l’unico primo cittadino arancione in sella per la seconda volta: ha mantenuto l’alleanza Sel-Pd e ha vinto alla prima. All’avversario di centrodestra, l’ex senatore Pdl Piergiorgio Massidda (fermo al 32 per cento) non è bastato il sostegno delle 14 liste civiche. Zedda ha vinto nonostante la campagna elettorale iniziata tardi e un po’ silenziosa e a dispetto dei detrattori che lo classificavano come sindaco delle piste ciclabili e dei cantieri aperti – tra tutti il Lungomare del Poetto – e della scarsa programmazione.
Nessuno slogan martellante a questo giro e un’alleanza più spuria con l’appoggio del Partito sardo d’azione (ballerino da tempo tra centrosinistra e centrodestra). Il Pd, orfano del segretario Renato Soru, resta comunque il suo primo partito con un lieve aumento percentuale rispetto al ballottaggio di cinque anni fa: dal 18 al 19 per cento attuale. Praticamente stabile Sel all’8 per cento e al terzo posto ecco il Psd’Az, un punto percentuale in meno rispetto alla prima vittoria. Alleanze che non oscurano, per ora, la vittoria personale di Zedda: messi da parte i guai giudiziari per il Teatro lirico con l’assoluzione in primo grado, ha combattuto in una città per tradizione moderata e di centrodestra. La perfomance dell’avversario Massidda, noto parlamentare per il Popolo delle libertà, ha segnato la sconfitta di Forza Italia, ferma all’8 per cento. Prima ancora si sono registrati i tentennamenti per l’appoggio ufficiale e forse la soluzione in corsa del simbolo declinato in chiave locale, quel Forza Cagliari non ha procurato simpatie e consensi. Il volto delle liste civiche, e dell’esercito di candidati, non ha dato il supporto sperato. E nemmeno le strategie in pista come lo Zeddometro, strumento nelle intenzioni ironico – di certo non originale – per misurare le bugie dell’avversario.
Quando ormai il risultato è chiaro c’è ancora silenzio dai diretti interessati. Anche dal vincitore Zedda: la sua pagina Facebook è rimasta ferma all’ultimo giorno di campagna elettorale. Sotto i post dei suoi sostenitori: una carrellata di ovvie congratulazioni. A prendere la parola è il navigato Piergiorgio Massidda convinto dell’uno a uno fino a ieri sera. Dopo la telefonata di rito all’avversario, lancia una stoccata: “Ci siamo scontrati contro una corazzata di centrosinistra e pezzi di centrodestra – spiega – noi al confronto eravamo con una barchetta”. Minimizza e contestualizza: il riferimento va ai “portatori di voti”, i politici del Psd’Az – già assessori in altre giunte di centrodestra – candidati appunto con Zedda. E insiste sulla sua posizione “popolare”, non da veterano della politica: “Vero anche che come scelta di coalizione abbiamo agito con molta buona volontà, senza soldi e con la richiesta ai partiti di sacrificarsi in nome dei principi del progetto. Voglio anche dire che ho molto rispetto per il voto popolare. E che sono pronto a svolgere il ruolo che queste elezioni ci hanno consegnato: penso ad un’opposizione di buon senso caratterizzata dal grande amore che ho per la mia città”.
Sullo sfondo il risultato del Movimento 5 stelle, con la sua candidata Antonietta Martinez, incoronata dalle Comunarie online, seppur con 150 voti su 207 totali. Non è arrivata al 9 per cento: un risultato che registra un lieve aumento rispetto alle ultime amministrative del 2011 quando la candidata – l’attuale deputata del M5s, Emanuela Corda – non superò la soglia di sbarramento del 3 per cento, ma arriva dopo il pieno di voti alle Europee. Massidda commenta anche questo risultato: “Ci ha un po’ spiazzato – dice – seguendo il trend nazionale ce lo aspettavamo al 15-20 per cento. Al ballottaggio sarebbe stato tutto un altro discorso”. Ma così non è.