La riforma costituzionale è ormai diventata un tale tormentone che persino le Comunali di Roma e Milano sono considerate un sondaggio per il referendum d’autunno. Ma per fortuna, dopo la corrida degli appelli per il sì e per il no, finalmente si comincia a fare sul serio. Autorevoli commentatori invitano a leggersi la riforma: come se, sinora, nessuno l’avesse mai fatto. L’ha detto in tv Paolo Mieli, un maestro nell’arte di defilarsi, e qualcuno magari l’avrà preso sottogamba. Ma l’hanno ripetuto anche importanti giuristi, oltreché amici miei, come Sergio Bartole sul Piccolo e Michele Marchesiello sul Secolo XIX. E allora leggiamola, ‘sta riforma.

Inutile battere le librerie alla ricerca del testo: non si trova. Occorre aspettare un giorno libero, fare una colazione leggera con un caffè forte, sedersi davanti al computer e scaricare il pdf del testo, per esempio dal sito www.altalex.com. Detto fra noi, è anche meglio stamparlo, capirete presto perché. Si comincia dal titolo: «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione». Troppo lungo? Beh, intanto non è in inglese, come il Jobs Act, e poi è già “spacchettato”, c’è tutta la mercanzia in bella vista.

A questo punto scorrete gli articoli, nell’ordine, dall’1 al 41: Art. 1: L’art. 55 della Costituzione è sostituito dal seguente… Art. 2: L’art. 57 della Costituzione è sostituito dal seguente… Ehi, non spazientitevi subito: è ovvio che il nuovo testo si riferisca al vecchio, e non sia leggibile senza. Dopotutto, anche il vecchio non è difficile da trovare e da stampare: da qualche parte, i due si trovano persino appaiati. E non venitemi a dire che così spendete una cifra di inchiostro. Provate voi a scaricare tutto sullo smartphone e a cercare di leggerlo in venticinque centimetri quadrati… Io ve lo sconsiglio, c’è da uscirne pazzi.

Avete fretta? Saltate all’art. 10, il cuore della riforma, che sostituisce l’art. 70 vigente. L’art. 70 dice(va): «La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere». Il nuovo? Beh, se volete lo riporto, ma è inutile. Non lo si capisce già in italiano, neanche leggendolo venti volte di fila. Potete provare a salmodiarlo come un mantra: forse raggiungerete il nirvana. Ma allora perché vi consiglio di leggerlo? Semplice, perché è un esempio di scuola di come NON si scrivono neppure i regolamenti di condominio: figurarsi la Costituzione.

Eppure, tutte le leggi sono scritte così, ormai. Avete presente le istruzioni per la denuncia dei redditi? Una volta, forse, erano scritte per i cittadini. Oggi, sono scritte per i commercialisti, i Caf, o direttamente per gli avvocati. A proposito: per chi diavolo è scritta la nuova Costituzione?

PERCHÉ NO

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