“La prima pagina di Libero sulla ragazza bruciata a Roma? Ho usato il verbo ‘arrostire’, che è italiano e non vi trovo nulla di offensivo. E non ho neppure usato il termine ‘flambè’, come forse sarebbe stato più esatto“. Così il direttore di Libero, Vittorio Feltri, difende la sua contestata scelta di dedicare all’omicidio di Sara Di Pietrantonio una prima pagina col catenaccio recante la scritta: “E per gradire nella capitale arrostiscono una ragazza di 22 anni”. Ospite de La Zanzara, su Radio24, il neo-timoniere del quotidiano commenta: “Ho usato quel verbo perché il concetto faceva orrore e c’era una componente molto prossima alla tortura. Quindi, queste polemiche mi sembrano del tutto artificiose e, come sempre, si richiamano al ‘politicamente corretto’, che è una sorta di gabbia del pensiero. Il mio è un linguaggio crudo? No, semmai è cotto“. Feltri si esprime anche sui mancati soccorsi alla ragazza uccisa: “Bisogna precisare il contesto: alle 3 e mezza di notte, in un quartiere come la Magliana, che non è Lugano, è evidente che quando vedi qualche cosa, pensi possa essere una trappola per te. Si sa che organizzano finti incidenti stradali per rapinarti. E’ ovvio che uno non si ferma e tira dritto. Certamente” – chiosa – “era meglio fare una telefonata, ma in questo caso sarebbe arrivata comunque tardi perché il cretino ha provveduto subito ad ‘arrostire’ la ragazza. E la Polizia sarebbe arrivata quando ormai il misfatto era compiuto”
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