Stamattina sono stato fermato davanti alla scuola dei miei figli. Qualcuno, forse distratto, forse semplicemente incuriosito, più presumibilmente stordito dall’eccesso di polveri sottili nell’aria, mi ha chiesto un autografo. “Mi fai un autografo” mi ha chiesto. “Anzi, una dedica – ha aggiunto – a Giovanni. La dedica la devi fare a Giovanni”. Non è che mi capiti tutti i giorni di fare autografi, ma è successo, nella vita, quindi ho preso la penna dalla borsa e mi sono preparato a scrivere il mio nome. A questo punto, magari, avrebbe dovuto balenarmi l’idea che il tizio, Giovanni, mi avesse confuso con qualcun altro. La cosa deve essere durata qualche secondo, anche se a pelle potevano pure essere minuti.  “Non hai una cartolina, qualcosa?”, ha chiesto Giovanni. Al che ho detto, “No, non ho cartoline. Oggi solo asciugamani.” “Beh, io da quello ho capito che sei uno famoso. Solo quelli famosi vanno in giro con l’asciugamano intorno al collo,” ha detto allora Giovanni, infervorato, “Mai visto una foto di Elvis senza. E neanche di Pavarotti. Sempre con l’asciugamano bianco intorno al collo, come te,” ha aggiunto. “Devi per forza essere un cantante famoso, come ti chiami?”.

A questo punto ho sperato, davvero, che le ruspe gialle che ho visto stamattina lungo via Porpora fossero il presagio dell’imminente arrivo delle ben più ingombranti ruspe destinate a distruggere la Terra per far posto a una autostrada intergalattica, opera dell’Ente Galattico Viabilità Iperspazio. In cuor mio, son pur sempre umano, ho sperato di essere io, e solo io, l’umano incaricato di vestire i panni di Arthur Dent, e che lui, Giovanni, fosse il mio Ford Perfect, non proveniente da Brescia, come il suo accento mi ha indotto a pensare (niente Guildford, qui), ma dal piccolo e lontano pianeta Betelgeuse. Invece niente, siamo ancora qui. E siamo ancora qui oggi, con un asciugamano intorno al collo, per strada, perché oggi, 25 maggio, è il Towel Day, il giorno dell’asciugamano. Fosse stato il Shovel Day, per dire, oggi staremmo tutto il giorno in giro con un badile, e magari invece che chiedermi un autografo mi avrebbero chiesto di scavare una buca, vallo a sapere.

Chi sono Arthur Dent e Ford Perfect? I protagonisti di Guida Galattica per Autostoppisti, il romanzo cult di Douglas Adam (parte della trilogia in cinque atti che vedono uno a fianco all’altro la Guida, appunto, “Ristorante al termine dell’Universo”, “La vita, l’Universo e tutto quanto”, “Addio, e grazie per tutto il pesce” e “Praticamente innocuo”). E oggi è il Towel Day, il quindicesimo per l’esattezza. L’idea è venuta a qualcuno, vai a sapere chi, quindici anni fa, due settimane dopo la morte di Adams. Uno dice, cosa c’entra l’asciugamano con il romanzo di Adams? C’entra, e anzi è fondamentale. Lo dice lo stesso Adams nel suo masterpiece, “L’asciugamano è forse l’oggetto più utile che l’autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica: ve lo potete avvolgere intorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta –  scrive  – potete bagnarlo per usarlo in un combattimento corpo a corpo. Potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della Vorace Bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete, nemmeno lui possa vedere voi: è matto da legare, ma molto, molto vorace)… Ma soprattutto l’asciugamano ha una immensa utilità psicologica”.

Quindi, oggi, tutti in giro con un bell’asciugamano, per celebrare Douglas Adams, geniale scrittore di una delle saghe e dei libri più amati di sempre, nato come radiodramma e presto diventato oggetto di culto per appassionati di fantascienza, di satira e più in generale per chiunque abbia amato una scrittura sghemba e assolutamente irresistibile. Questo non solo a Milano, dove io e Giovanni abbiamo dissertato del rapporto strettissimo tra asciugamani e notorietà nel mondo della musica, ma anche nel resto del pianeta Terra, al momento non ancora in procinto di scomparire per fare posto a nessuna autostrada intergalattica, come descritto invece nelle prime pagine della Guida galattica per autostoppisti,

Scrittore, Adams, e proviamo a fare per qualche riga i seri, scomparso prematuramente nel 2001, quando per altro non aveva ancora concluso il sesto episodio della serie dedicata alla Guida, Il salmone del dubbio. La morte se l’è preso non ancora cinquantenne, a Santa Barbara, per mezzo di un attacco cardiaco. Niente di particolarmente umoristico o surreale, perché a scrivere quella storia non è stato direttamente lui, ma qualcun altro (o Dio, o il Destino, O Giovanni, vallo a sapere). Autore di culto in tutto il mondo, questo mondo, Adams viene ricordato da quindici anni da milioni di persone, come me, che il 25 di maggio vanno in giro con un asciugamano. Se ne trovano anche di tematici, con la famosa scritta “Don’t Panic, and Carry a Towel”, “Niente Panico, e afferra un asciugamano”. Il mio, però, è semplicemente un asciugamano di spugna bianco, di quelli con cui ci si asciuga le mani. O di quelli che ci si avvolgono intorno al corpo perché ci tengano caldo quando ci apprestiamo ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta, o intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della Vorace Bestia Bugblatta di Traal. O che usiamo per per fare segnalazioni in caso di emergenza. Un asciugamano, insomma. Buon Towel Day a tutti.

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