Diciassette minuti fatali. E’ bastato un ritardo apparentemente irrisorio, nell’arco di 48 ore, ma formalmente insuperabile, a spalancare le porte della libertà a un cittadino marocchino di 37 anni che era stato arrestato per un movimentato furto in una casa, ai danni di una ultraottantenne. L’udienza di convalida si è tenuta davanti al giudice dell’udienza preliminare nel Tribunale di Pordenone in vista di una probabile richiesta di patteggiamento. Nel palazzo di giustizia si è presentata regolarmente la parte offesa, la signora Cesira di 86 anni, accompagnata da figlia, nipote e genero. Presente il titolare di un pub che era intervenuto bloccando il ladro che stava dandosi alla fuga.

Il colpo di scena si è avuto quando è cominciata l’udienza davanti al giudice Eugenio Pergola. Traidi Drissi, abitante a San Donà di Piave, questo il nome dell’imputato, era accusato del furto commesso due giorni prima. Il fermo in flagranza di reato risultava essere avvenuto all 16.20. In realtà l’ora andava retrodatata alle 13.

L’avvocato veneziano Roberto Baglioni non si è lasciato sfuggire la ghiotta svista nella trascrizione. “Nella carte della Procura è stato erroneamente riportato che l’arresto è avvenuto alle 16.20 – ha raccontato il legale al cronista de Il Gazzettino – quando invece erano le 13. La convalida deve avvenire entro le 48 ore dall’arresto, ma l’udienza è iniziata alle 13.17. Quindi ho fatto notare al giudice che il tempo era scaduto”. Per parte sua il giudice non ha potuto che prendere atto della situazione. Il calcolo delle 48 ore per la convalida era stato effettuato sulla base dell’orario errato. L’arresto non è stato quindi convalidato per diciassette minuti di troppo. Il detenuto è tornato libero dagli arresti domiciliari. Magra soddisfazione per la Procura, la trasmissione degli atti per una probabile e più grave contestazione di rapina impropria, sulla base delle testimonianze raccolte.

L’anziana si era trovata faccia a faccia con il ladro in camera da letto. La signora Cesira aveva cominciato a gridare “aiuto”. Per sua fortuna era stata sentita da un vicino di casa, Davide Bertoli, 31 anni, titolare di un pub. L’uomo, grazie anche all’aiuto di Luciano De Franceschi, nipote della donna, che stava entrando nel palazzo, ha tenuto fermo il rapinatore in attesa dell’arrivo dei carabinieri. Il marocchino aveva finto di essere un venditore ambulante e in questo modo era riuscito ad entrare nel condominio. Aveva approfittato del fatto che la donna fosse uscita di casa, lasciando la porta aperta, per prelevare la posta. Al rientro lo aveva trovato in camera, mentre cercava di nascondersi sotto il letto. “Cosa ci fai qui?” gli aveva chiesto. Il vicino lo ha afferrato mentre stava correndo giù per le scale. Commento dell’arzilla signora: “Mi è successa una cosa grande stamattina. Sono andata pure dai carabinieri…”. Ma mai avrebbe pensato che il ladro le sarebbe passato davanti, libero, per un cavillo di 17 minuti.

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