L’incontro previsto tra il ministero dei trasporti tedesco e i rappresentanti di FCA è saltato, perché questi ultimi hanno deciso di non presentarsi all’appuntamento per discutere sulle emissioni dei gas di scarico della Fiat 500X 2.0 diesel, come richiesto dalle autorità locali. La decisione è stata accompagnata da una lettera del legale del gruppo guidato da Sergio Marchionne, dove si sostiene che solo le autorità italiane sono competenti a valutare se le autovetture FCA rispettano le leggi europee sulle emissioni. E che l’azienda non ha intenzione di rispondere a convocazioni neppure in futuro.

Ovviamente è scoppiato un caso Italia-Germania. Il ministro dei trasporti Dobrindt ha dichiarato che “questo comportamento non cooperativo è totalmente incomprensibile”. Ci ha pensato il suo omologo italiano Delrio a rispondere con una lettera, in cui sottolinea che “il dialogo ufficiale deve avvenire tra le nostre due Autorità di omologazione, così come previsto dalla direttiva quadro 2007/46/CE, invece che proseguire nell’interlocuzione diretta con il costruttore“. Autorità che per l’Italia è rappresentata dal Ministero dei Trasporti stesso, mentre per la Germania dal Kba.

Il ministro Delrio ha poi aggiunto che “c’è la ‘piena e completa disponibilità del costruttore Fca, i cui modelli sono omologati in Italia, nel fornire all’Autorità di omologazione tedesca KBA una serie di informazioni in merito alle proprie strategie di controllo delle emissioni”. Un tentativo di mediazione non troppo riuscito, a giudicare dalle reazioni della stampa tedesca. Il Sueddeutsche online ha così commentato: “in questo modo la questione delle emissioni dei gas di scarico raggiunge un nuovo livello perché l’esempio di FCA potrebbe fare scuola e anche altre case automobilistiche straniere potrebbero mettersi di traverso“.

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