Il suo cognome è di quelli che, nel Movimento Cinque stelle, da qualche anno a questa parte non passano inosservati, ma ora che di suo figlio parlano ogni giorno tutti i giornali e le tv nazionali, è diventato ancora più ingombrante. Per Claudio Pizzarotti, papà del sindaco di Parma Federico, l’esperienza da candidato consigliere comunale nel comune di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, si è trasformata nel giro di una settimana in un continuo fuggire da telecamere e taccuini. Rifiuta le interviste, non rilascia dichiarazioni, si ritira alla vista dei giornalisti, a volte manca anche qualche appuntamento elettorale per evitare la pressione mediatica. “Non vuole esporsi adesso, non parla con la stampa” spiegano i candidati in lista con lui, riuniti mercoledì sera a Montebabbio, sulle prime alture del reggiano. All’iniziativa con il candidato sindaco Stefano Salomoni ci sono tutti gli aspiranti consiglieri, unico assente è proprio Pizzarotti senior: “Claudio non viene, è inutile che lo aspettiate, e comunque non vuole dire niente di questa situazione”.

La situazione è quella nota a tutti, con il sindaco di Parma “sospeso” in guerra con direttorio, Grillo e Casaleggio junior. E con il paradosso che, per un Pizzarotti a un passo dall’espulsione, a una settantina di chilometri ce n’è un altro che si candida per il Movimento, che ha ottenuto il via libera dallo staff di Grillo, che ha confermato la sua fiducia nelle regole della stessa forza politica che già da mesi ha scritto il nome del figlio nella black list. Non è una contraddizione? A Castellarano giurano di no, perché “i valori del Movimento sono quelli che ognuno porta dentro di sé, e Pizzarotti li avrà sempre anche se verrà espulso”. Non c’è imbarazzo nemmeno ad avere in lista un Pizzarotti in un momento così delicato: “Nel Movimento uno vale uno – afferma la candidata Orietta Grimaldi – ma i Pizzarotti sono due. Due persone diverse, anche se padre e figlio”. Claudio a Castellarano è uno degli attivisti storici, era nel meetup dalla sua fondazione, prima che Federico venisse eletto a Parma. È stato naturale candidarlo, così come mantenere i rapporti con il vicino gruppo di pentastellati emiliani che fanno capo al figlio. Anche per questo qui nessuno ha chiuso la porta al primo cittadino sospeso dal Movimento, che domenica scorsa, a 48 ore dalla decisione dei vertici, ha partecipato a un’agorà per la campagna elettorale dei grillini reggiani e del padre. “Dopo quello che era successo, Federico non voleva venire per non crearci problemi – racconta a ilfattoquotidiano.it la candidata consigliera Giovanna Sferco – ma non ci abbiamo pensato un secondo ad annullare l’incontro. Per noi Pizzarotti è e rimarrà un buon amministratore”.

Il legame con la città ducale in questi mesi è stato importante per avere un aiuto nella preparazione della campagna elettorale. Il Comune di Castellarano con i suoi 15mila abitanti è molto più piccolo di Parma, ma ha sul groppone quasi 20 milioni di debiti, e i consigli di Pizzarotti sindaco, che una volta eletto nel 2012 ha dovuto fare i conti con un buco di 800 milioni, sono stati preziosi. Ora che la sua posizione nei Cinque stelle è in bilico, nessuno però si sente di dire chi, in questa querelle, sia dalla parte del torto o della ragione, se Pizzarotti junior abbia fatto bene a tenere nascosto l’avviso di garanzia per tre mesi o se il direttorio e i vertici abbiano colpe nell’avere isolato Parma ormai da tempo. È di Castellarano, del programma costruito pezzo per pezzo che si vuole parlare, non dei conflitti interni, perché “la nostra fiducia nel Movimento rimane salda – spiega Antonio Garito – Far parte dei Cinque stelle non vuol dire solo appartenere a una comunità politica, ci sono principi che ognuno sente suoi, al di là del regolamento e dei codici”. Nessun passo indietro, nessun ripensamento.

Lo dimostra anche la presenza di quel cognome per qualcuno forse “scomodo” nella lista dei candidati. “Non vogliamo entrare nel merito delle tensioni di questi giorni, pensiamo soprattutto al bene del nostro Comune” aggiunge il candidato sindaco Salomoni. Di lavoro fa l’agente della municipale e per evitare conflitti di interesse da inizio maggio si è messo in aspettativa non retribuita, così il suo gruppo organizza eventi per raccogliere fondi per la campagna e anche per sostenerlo. “Speriamo che tutto possa risolversi – continua Salomoni – Se così non fosse ne prenderemo atto, ma Pizzarotti rimane comunque un bravo sindaco, è un esempio di come si può governare bene una città”. La speranza però è che la guerra con Parma finisca con la pace, e che questo conflitto sia un passaggio cruciale per il Movimento per crescere e diventare più maturo. “Potrebbe essere un modo per migliorare il M5s dall’interno, per ripensare a certe dinamiche – si lascia sfuggire qualcuno – ormai siamo una forza politica importante, è ora di fare un passo avanti”.

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