Si chiama Vacanze Sicure, ed è uno dei più antichi sodalizi tra il Ministero degli Interni e i produttori di pneumatici aderenti ad Assogomma e Federpneus. In sostanza, è il programma che da tredici anni prevede controlli da parte della Polizia Stradale sullo stato di salute delle gomme nel parco auto circolante italiano. Si tratta di un’indagine a “rotazione” che interessa a turno diverse regioni del Paese e prevede che gli agenti della Polstrada (sono 300 e vengono sottoposti a una formazione specifica) dedichino alcune giornate a verifiche sulle coperture delle auto, ma anche alla sensibilizzazione degli automobilisti riguardo alla sicurezza derivante da un loro corretto uso.

Quest’anno le regioni interessate sono Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana, Veneto e Sicilia, dove tra il 15 maggio e il 20 giugno le volanti della Polizia effettueranno circa 10.000 controlli su strada. I mezzi controllati non saranno solo le vetture, ma anche i veicoli per il trasporto leggero fino a 35 quintali, i caravan (roulotte) ed i carrelli appendice, che spesso presentano criticità particolari come ad esempio il sovraccarico.

Non è infrequente, anzi accade molto spesso, che si trascurino gli aspetti legati al corretto e conforme utilizzo dei pneumatici. Eppure, sono l’unico punto di contatto che le auto hanno con l’asfalto, dunque andrebbero tenuti sempre sotto controllo. A maggior ragione nel nostro Paese, dove la metà del parco circolante è formata da mezzi che hanno più di 10 anni. E dove la manutenzione, di conseguenza, dovrebbe essere più attenta e rigorosa.

Gomme non omologate, pneumatici lisci o danneggiati, gomme invernali nelle regioni più calde durante i mesi estivi, gomme usate importate o riscolpite, pressione non adeguata. Questi i comportamenti più pericolosi di cui tenere conto, anche perché sono purtroppo riscontrabili su tutto il territorio italiano. Negli ultimi 13 anni sono stati effettuati dalla Polizia Stradale oltre 130.000 controlli specifici, ed i relativi risultati (quest’anno i dati verranno elaborati dal Politecnico di Torino) hanno evidenziato non conformità di diversa natura complessivamente pari al 15%, percentuale che supera il 20% se si considera anche la mancanza della revisione del veicolo.

Articolo Precedente

Nissan diventerà il primo azionista di Mitsubishi rilevando il 34% del capitale

next
Articolo Successivo

Apple & Co., la grande corsa alle auto di domani. Il futuro è nei servizi

next