Scintille a Otto e Mezzo (La7) tra il filosofo Massimo Cacciari e il deputato Pd Matteo Richetti sul referendum relativo alla riforma costituzionale. L’ex sindaco di Venezia, dopo aver stigmatizzato la dicitura di “questione morale” attribuita al problema che affligge i partiti italiani, contesta al parlamentare dem la novità del superamento del bicameralismo e lo stupore nei confronti delle voci contrariate che prima avevano sostenuto la riforma. “Le posso dire 100 punti deboli della riforma, lasci stare” – insorge Cacciari – “Nella riforma non c’è il superamento del bicameralismo per il quale si erano battuti in tanti, professori e no, da 30 anni a questa parte, prima che Renzi e la Boschi nascessero. Poi io voterò sì, ma sarò padrone di dire che questa è una puttanata di riforma?“. Richetti ribadisce: “Non posso mettere mano sulle sue simpatie. Abbia la pazienza di ascoltarmi. Io vorrei solo che, quando chiedo a una persona il motivo per cui è contrario alla riforma, non mi rispondesse che il motivo sta nel fatto che è stata votata spaccando il Parlamento. Ma, Cacciari, lei mi sta riempiendo di improperi“. Il filosofo poi concorda con il conduttore Fabio Volo, ospite in studio, riguardo alla importanza delle prossime elezioni amministrative nel futuro di Renzi. “Il vero test per lui è qui a Milano” – osserva Cacciari – “non è a Roma, dove tutti hanno giocato a perdere, perché nessuno vuole prendersi la briga di governare l’ingovernabile, come peraltro a Napoli. A Milano, invece, c’è, da un lato, l’importante investimento del centrodestra in Parisi, uomo di notevole levatura, di calibro e di competenza. Dall’altra parte, si ha la stessa situazione, con una investitura forte, esplicita, diretta di Sala da parte di Renzi. Ma se Renzi perde Milano, sarà una deriva fino al referendum di ottobre e per lui sarà difficilissimo tenere anche il risultato del referendum se perde Milano. Il Pd, quindi, si impegni seriamente e non a chiacchiere”

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