Il re di Madrid è Novak Djokovic, ma deve sudare più del previsto per abbattere le resistenze di Andy Murray, che oltre a giocarsi la conferma sul rosso della Caja Magica doveva difendere anche il secondo posto nel ranking mondiale. Obiettivo fallito tra mille rimpianti per l’andamento della finale. Da lunedì Roger Federer torna a essere il numero due della classifica ATP. Djokovic, invece, è tornato quello di sempre, capace di abbattere chiunque e risalire anche dai momenti di difficoltà. Dopo l’eliminazione al primo turno nel torneo di Montecarlo, Nole riparte con la vittoria in Spagna, torneo nel quale mancava dal 2013 quando fu sbattuto fuori al primo turno. Questa volta arriva in fondo e regola lo scozzese in tre set (6-2, 3-6, 6-3) dopo oltre due ore di battaglia con diversi colpi di scena, completati da una ciliegina: 13 minuti di ultimo game, con ben 7 palle break sprecate da Murray per riaprire completamente i giochi e servire per il 5-5. Eppure la partenza era stata stata a senso unico, quello del serbo.

Djokovic domina fin dal primo game, quando piazza subito il break per poi andare 2-0 senza lasciare punti al 29enne di Glasgow. Il solco lo scava un altro servizio rubato dal serbo per il 4-1 con Murray in grave difficoltà, lento e falloso, schiantato 6-2 in meno di 31 minuti grazie a un ottavo game giocato in maniera magistrale da Nole, che sembra quasi schernire l’avversario, sotterrato negli scambi lunghi. La difficoltà di mettere le prime di servizio e le percentuali molto basse sulle seconde scompaiono di colpo quando si riprende a giocare. L’inerzia cambia subito: lo scozzese difende la battuta, soffre nel secondo game e regge nel terzo nonostante sia sfortunato su un paio di colpi. Poi piazza il break andando sul 3-1 con un gioco totalmente diverso da quello passivo della prima mezz’ora: dopo aver sprecato la prima palla per strappare il servizio al numero uno al mondo, è lo stesso Djokovic a consegnare il vantaggio con un doppio fallo. Murray è aggressivo e preciso, va 4-1 e poi 5-2 prima di chiudere sul 6-3.

È partita vera e l’avvio del terzo set lo dimostra subito, con Djokovic costretto ai vantaggi per difendere la battuta. Murray sembra essere nelle condizioni per infastidire davvero il serbo, ma va sotto 2-0 per qualche errore di troppo sia da fondo che sottorete. Lo scozzese però non si scompone e mette alle corde Nole, che perde il servizio al terzo con due doppi falli e un colpo fuggito dalla racchetta. Un nuovo ribaltone emotivo dopo la faccia cattiva mostrata dal campione di Belgrado come reazione al set concesso a Murray, che ritorna sul 2-2 e apre un’ultima partita in un match già passato di mano in più occasioni. Questa volta sorride a Djokovic. Break, controbreak e nuovo break del serbo che vola sul 4-2 concedendo appena un punto all’avversario. È il momento decisivo, la svolta della partita. Il numero uno al mondo la tiene in pugno e porta a casa il torneo chiudendo sul 6-3 nonostante l’ultimo orgoglioso sussulto dello scozzese. Murray annulla il primo match point con un ace, servito subito dopo un doppio fallo, e difende il servizio che allunga al nono game il terzo set. Lo scozzese va avanti 40-0 sulla battuta del serbo, ma spreca ben sette break point che avrebbero potuto portarlo sul 5-4. Poi respinge un secondo match point. Dal primo era passato un quarto d’ora di battaglia fantastica, con sei parità nel nono game durato 13 minuti. Ma le occasioni gettate al vento dallo scozzese sono un peccato capitale e alla terza occasione Djokovic non perdona. E ora re Nole è pronto a prendersi anche Roma.

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