Torna in Italia Yann Tiersen. L’artista francese, arriva al Teatro Regio di Parma, questa sera, mercoledì 4 maggio 2016, alle ore 21, per un’unica data italiana. Non affrettatevi a cercare il biglietto, per chi ancora non lo sapesse: «Sono esauriti da mesi», tiene a informare l’organizzatore (Caos organizzazione spettacoli in collaborazione con Arci Parma). Un evento che non ha avuto bisogno di essere canonicamente pubblicizzato. Il compositore francese appartiene a quella ristretta cerchia di artisti il cui culto smuove silenziosi eserciti di fan, in tal caso provenienti da tutta Italia (e anche dall’estero), pronti a marciare alla volta della città ducale per assistere a ciò che si annuncia sin da ora un concerto imperdibile. A suffragio di questo, si registri che il tour europeo, sviluppatosi in una decina di date teatrali, è andato rigorosamente sold out in prevendita.

image003Focus, ora, sul polistrumentista francese ma soprattutto sulla musica che ne definisce il tratto. Come detto, a fare la differenza, restano le armoniche atmosfere a corredo delle composizioni classiche a lui care, le quali trovano libero sfogo in seno ad ambiti differenti, come il folk tradizionale oppure il minimalismo elettronico. Le pulsioni cangianti del Nostro, si traducono in rielaborazioni esclusive facenti riferimento ad una parabola musicale per molti versi esaltante, la cui massima evoluzione è riscontrabile nei dischi concepiti tra il 1995 e il 2005. Le Phare (1997) resta, tutt’oggi, un testamento magico e compiuto, ma la discografia classica è frutto di grande illuminazione ergo consigliabile in toto.

Yann inaugura gli anni dieci, dirigendo i propri slanci creativi anche all’interno del caleidoscopico mondo rock (Skyline, 2011) proprio in tale periodo l’evoluzione del suo percorso registra un vago appannamento, tuttavia, al grande pubblico, si rivela ancor prima, mediante «il marchio distintivo della casa», impreziosendo una serie di film con colonne sonore in grado di accenderne per sempre il mito. Affermare che Il favoloso mondo di Amèlie (2002) – film scritto e diretto da Jean Pierre Jeunet – non avrebbe ottenuto il medesimo successo senza l’incanto di alcuni suoi brani in sottofondo, non è un azzardo. Impossibile inoltre dimenticare le sontuose partiture realizzate per GoodBye Lenin (2003) di Wolfgang Becker, componimenti se possibile ancora più a fuoco. L’ispirazione aurea del periodo lo traghetta di diritto nel gotha dei più importanti compositori della nostra epoca. Anche questo è un dato di fatto.

Tiersen storicamente non fa mistero di quanto alcuni compositori lo abbiano inequivocabilmente ispirato, tra i tanti il nostro Nino Rota, anche se, tra quelle trame redivive, sono presenti reminiscenze occulte riconducibili all’opera di Philippe Glass e di Erik Satie. E poi, il Post-punk (Yann, adora i Joy Division), il crepuscolo evocato dalle atmosfere a margine di certi passaggi, evoca gli afflati di una corrente musicale alquanto vituperata tra “i sapientoni radicali” ma che poi, a conti fatti, come il prezzemolo insaporisce ogni buon piatto che meriti di essere chiamato tale. Impossibile – qui – annotare ogni cosa da lui registrata, andatevele a cercare in rete, capirete quanto ricca e policroma sia la cifra stilistica che – come detto – ne definisce la storia.

Che cosa aspettarsi dunque dal concerto di stasera? Yann Tiersen è un artista per molti versi indecifrabile, lo dimostrano i continui e sorprendenti mutamenti ai quali si è esposto nell’arco della carriera; un’indecifrabilità in grado di stupire e a tratti meravigliare, che trova nelle esibizioni live il suo logico e naturale compimento. Al Regio, oltre ai successi, troveranno spazio – all’interno di un’esibizione solista per piano e violino – dieci nuove stesure, inserite nel nuovo album intitolato Eusa (uscita annunciata per settembre). Ognuna legata ad una posizione specifica dell’isola di Ouessant (‘Eusà in bretone) al largo delle coste francesi, dove Tiersen vive. A tale riguardo dice: «Ouessant è più di una semplice casa, è una parte di me. L’idea era di fare una mappa dell’isola e, per riflesso, una mappa di quello che sono io». Il musicista, dunque, proverà a trasportare gli ascoltatori all’interno di un viaggio senza ritorno, sospinto dal vento della sua terra, la Bretagna; un luogo dove il cielo è cornice ideale per evocare il crepuscolo… di certe atmosfere.

9 canzoni 9 … di Yann Tiersen

Lato A

Summer 78

le Valse des Monstres

Comptine D’Une Autre Ètè

Porz Goret

Lato B

Lara’s Castle

La Veillée

Sur le Fil

L’absente

La Plage

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