Come pesci nella rete è il nuovo libro di Alessandro Curioni. Questo agile volumetto di 143 pagine, edito da Mimesis, vuole essere, come recita il sottotitolo, una «guida per non essere le sardine di internet». Insomma, un libro che ci racconta i pericoli della rete e che dà indicazioni per non essere «pescati» al primo colpo. A Curioni, imprenditore, consulente in materia di sicurezza, ma nato professionalmente come giornalista, faccio tre domande.

cover pesci nella retecover pesci nella retecopDavvero quando accendiamo il nostro computer siamo esposti a furti informatici e a intrusioni non desiderate?
Come scrivo nel libro non è diverso da chiedersi: perché dovrebbero scipparmi? Tutte le volte che usciamo di casa esiste questa possibilità. Allo stesso modo passeggiando su internet diventiamo potenziali obiettivi. La sgradevole eventualità di essere vittime di un crimine informatico diventa sempre più probabile al crescere della nostra esposizione sul web. Tanto più forniamo notizie su noi stessi, magari attraverso i social media, in egual misura cresce il pericolo. Dobbiamo pensare che le informazioni hanno un valore. Un profilo personale completo, venduto al mercato nero, può costare alcune migliaia di euro. Perché qualcuno dovrebbe pagare per i nostri dati personali? Per esempio per organizzare truffe online oppure aprire un conto corrente in un paradiso fiscale per riciclare denaro, ma potrei andare avanti per ore descrivendo gli infiniti utilizzi di una set completo di dati personali.

Ma come avvengono queste intrusioni moleste?
In moltissimi modi. Telefono, e-mail, chat, social media, sono tutti possibili canali. Molti avranno sentito parlare del phishing, di solito sfrutta la posta elettronica, cercando di prendere all’amo il pesce con un falso messaggio. Molti criminali hanno guadagnato montagne di soldi usando questa tecnica per veicolare l’ormai celeberrimo Cryptolocker, che cifrava tutti i dati del computer infettato, per poi chiedere un riscatto. Tuttavia i criminali si stanno facendo sempre più raffinati e stanno puntando sugli smartphone, utilizzando le chat più diffuse e gli sms.

E c’è un modo per cautelarsi e salvarsi e da questi furti di identità?
Nel libro utilizzo aneddoti e racconti, di solito divertenti e basati sulla mia esperienza professionale come consulente in materia di sicurezza delle informazioni, per spiegare come cercare di evitare di cadere in trappola e rendere la vita difficile all’aggressore che ci prende di mira. Non dimentichiamo che i criminali cercano di fare affari e valutano l’economia dello sforzo. Il web è pieno di pesci, quindi uno che richiede troppa fatica viene lasciato perdere. In generale comunque dobbiamo affidarci al buon senso. Da bambini non dovevamo accettare caramelle dagli sconosciuti; oggi dovremmo fare la stessa cosa con le email. Prestiamo anche attenzione a quello che i dispositivi ci dicono. Quando il nostro computer segnala che un file «potrebbe costituire un rischio per il pc» proviamo a pensare a esso come alla nostra mamma, che ci vuole tanto bene.

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