Boom di segnalazioni di attività finanziarie sospette in Vaticano. Nel 2015 sono state ben 544 triplicando le 147 registrate nel 2014. È quanto emerge dal rapporto 2015 dell’Autorità di informazione finanziaria (Aif) della Santa Sede, il quarto da quando Benedetto XVI ha istituito questo organismo di vigilanza alla fine del 2010. Per il presidente e il direttore dell’Aif, lo svizzero René Brülhart e Tommaso Di Ruzza, genero dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, “l’incremento delle segnalazioni di attività sospette non è stato determinato da un maggior numero di potenziali attività illecite, ma da diversi fattori, come la conclusione della procedura di chiusura dei rapporti non più conformi alla legislazione vaticana e alle politiche adottate dagli enti vigilati, il monitoraggio delle attività degli utenti nell’ambito dei programmi di collaborazione volontaria in materia fiscale avviati da Stati esteri, nonché, in generale, il rafforzamento dei sistemi di segnalazione e la crescente consapevolezza degli obblighi di segnalazione da parte degli enti vigilati”. Il sistema di segnalazione è stato consolidato e negli ultimi tre sono stati trattate dall’Aif 893 segnalazioni di attività sospette (202 nel 2013, 147 nel 2014 e 544 nel 2015).
Dal rapporto si riscontra anche un aumento delle misure cautelari adottate dall’Aif (8 sospensioni di transazioni e 4 blocchi di rapporti, rispetto alle 3 sospensioni nel 2014). Dai dati ufficiali emerge anche che allo Ior nell’ottobre 2015 si è concluso il processo di revisione ed estinzione dei rapporti con la chiusura di circa 4.800 conti. Sempre nello stesso anno l’Aif ha trasmesso 17 rapporti all’Ufficio del Promotore di giustizia (7 nel 2014, 8 nel 2013). Nella maggior parte dei casi le ipotesi di reato presupposto sullo sfondo sono potenziali casi di frode ed evasione o elusione fiscale. Si registrano, tuttavia, anche ipotesi di reato più complesse e strutturate nel settore finanziario, come la turbativa del mercato in Stati esteri. Il numero di casi di cooperazione bilaterale tra l’Aif e le Autorità competenti estere è cresciuto da 4 nel 2012 a 81 nel 2013 a 113 nel 2014 fino a 380 nel 2015.
Nell’ultimo anno, inoltre, sono state raccolte 367 dichiarazioni in entrata (per un totale di 9.697.570,61 euro) e 1.196 dichiarazioni in uscita (per un totale di 24.122.412,23 euro). A partire dal 2012 il numero di dichiarazioni transfrontaliere di denaro contante in uscita al di sopra di 10mila euro si è ridotto costantemente da 1.782 del 2012 a 1.557 del 2013 e 1.111 del 2014 ed è rimasto stabile nel 2015. Anche le dichiarazioni transfrontaliere di denaro contante in entrata sono diminuite da 598 del 2012 a 550 del 2013 a 429 del 2014 fino alle 367 attuali. “Ciò – spiegano i dirigenti dell’Aif – è dovuto a un crescente monitoraggio da parte delle autorità competenti e all’introduzione di procedure rafforzate per gli enti vigilati”. “Nell’ambito della prevenzione e del contrasto del finanziamento del terrorismo, – ha sottolineato Di Ruzza – l’Aif ha rafforzato la propria attività a livello internazionale, inclusa quella con le Uif (Unità di dinformazione finanziaria, ndr) degli Stati esteri maggiormente esposti al rischio di attacchi terroristici che nel 2015 hanno toccato tragicamente anche la regione europea”.
Nel 2015, infatti, l’Autorità ha sottoscritto protocolli d’intesa con le unità di informazione finanziaria di Albania, Cuba, Ungheria, Lussemburgo, Norvegia e Paraguay. Negli anni precedenti, l’Aif aveva sottoscritto protocolli con le Autorità di Argentina, Australia, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Malta, Monaco, Paesi Bassi, Perù, Polonia, Regno Unito, Romania, San Marino, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d’America, Sud Africa e Svizzera. Nel 2013, inoltre, l’Autorità è entrata a far parte del Gruppo Egmont. Per Brülhart “la cooperazione internazionale resta un impegno chiave dell’Aif. Sono stati sottoscritti ulteriori protocolli d’intesa con le Autorità competenti di altre giurisdizioni e lo scambio di informazioni a livello bilaterale è aumentato significativamente”. “Sono fiducioso – ha aggiunto Di Ruzza – che si possa formalizzare l’intesa con l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. C’è un ottimo dialogo e un’intesa reciproca nella comprensione dei rispettivi ruoli e ambiti d’azione”.

Articolo Precedente

Bologna, polemiche per degrado 25 aprile al Pratello. Multa di 3mila euro a ragazzo per pipì in strada: “Non c’erano bagni”

next
Articolo Successivo

Scampia, il Gridas non si tocca

next