Salah Abdeslam è stato estradato dal Belgio alla Francia. Il Procuratore federale belga ha confermato il suo trasferimento dalla prigione di Beveren, nel quadro del dossier relativo agli attentati di Parigi “in esecuzione del mandato di arresto europeo consegnato il 19 marzo 2016 dalla Francia”. La procura federale belga ha fatto sapere che non comunicherà alcuna informazione ulteriore a proposito delle circostanze della consegna, ma la procura francese ha fatto sapere che l’uomo comparirà oggi davanti ai giudici.

“L’ho incontrato venerdì scorso per due ore e mezzo. Ho visto un giovane abbastanza abbattuto, desideroso di chiarirsi al più presto con la giustizia francese”, ha dichiarato al quotidiano Le Figaro il nuovo avvocato difensore, Frank Berton, penalista di Lille. Berton ha poi aggiunto che “ciò che conta è che abbia diritto a un processo equo, che venga condannato per le cose che ha fatto, non per quelle che non ha fatto.”

Anche in precedenza Abdeslam si era detto “pronto a collaborare”, ma con gli inquirenti del Belgio: dopo il suo arresto il terrorista aveva fatto sapere di non avere intenzione di collaborare con la giustizia francese e di essere contrario all’estradizione. Non erano passati molti giorni che, tramite il suo avvocato, aveva chiesto di andare in terra francese “il più velocemente possibile”. Salah Abdeslam è l’unica persona rimasta viva tra quelle del commando terroristico del 13 novembre scorso in Francia: è stato arrestato il 18 marzo a Bruxelles nel quartiere di Molenbeek, quattro giorni prima degli attentati all’aeroporto Zaventem e alla metro della capitale belga.

Nel frattempo il legale belga di Abdeslam, Sven Mary, in un’intervista al quotidiano Libération ha detto del suo assistito: “E’ un povero coglione che viene dalla piccola delinquenza, uno che segue, non certo un capopopolo”. E ancora: “Ha l’intelligenza di un posacenere vuoto”. Per Mary, Abdeslam è “l’esempio perfetto della generazione GTA (Grand Theft Auto) che pensa di vivere in un videogioco”. Quanto alla religione, “gli ho chiesto se avesse letto il Corano, mi ha risposto che aveva letto l’interpretazione su internet. Per piccoli spiriti come lui il web è perfetto, è il massimo che siano in grado di capire”. E mentre Berton fa sapere che con Mary “siamo d’accordo sul fatto che dobbiamo formare una squadra”, l’avvocato belga afferma di non sapere “se resterà nel dossier. Non è facile addossarsi una difesa che non mi porta nulla, se non scocciature”.

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