Una nota ditta di pannolini usa e getta sta chiedendo ai genitori di fotografare “un gesto d’amore” rivolto ai loro figli… le foto più belle faranno parte del video promozionale degli usa e getta. Tante mamme allora, per protesta, spediscono foto dei loro bimbi “vestiti” con coloratissimi pannolini lavabili, dicendo “questo è il mio gesto d’amore verso la terra e verso mio figlio: usare i pannolini lavabili”. Ma perché questa protesta bianca?

pannolini

Un bebè nei primi suoi anni di vita, produce quasi 1 tonnellata di rifiuti, solo contando i pannolini usa e getta. Se poi aggiungiamo salviette, creme e cremine, flaconi di shampoo, bagnoschiuma, oli…tutti in confezioni usa e getta, il numero raddoppia. Per produrre la cellulosa di 5800 pannolini (quel che consuma un bebè in due anni e mezzo) si devono abbattere 10-15 grandi alberi. Bel gesto d’amore che regaliamo ai nostri figli e alla terra! Ma non basta, perché non c’è solo cellulosa nei pannolini usa e getta.

Ci sono anche plastica, cloro (per sbiancare la cellulosa) e gel ultra assorbenti, che oltre a irritare e  surriscaldare la pelle del bimbo, sono molto inquinanti al momento dello smaltimento. I pannolini usa e getta occupano il 10-20% del volume totale dei rifiuti conferiti in discarica e creano grandi problemi: si degradano in oltre 500 anni rilasciando sostanze chimiche nocive (sodium polyacrilate, tributyl-stagno (Tbt), diossina, xylene, ethylbenzene, styrene, isopropylene). Se inceneriti producono sostanze nocive (tra cui diossina), nanoparticelle, ceneri da smaltire e contribuiscono al riscaldamento globale.

D’altro canto gli esempi di riciclaggio di assorbenti usa e getta, sono solo sperimentali e non ancora applicabili su larga scala. Smaltire una tonnellata di rifiuti indifferenziati costa alla comunità circa 150 euro. Un comune con quella somma potrebbe incentivare l’acquisto di pannolini lavabili per ogni bambino che nasce: sempre più comuni virtuosi prevedono infatti incentivi all’acquisto o sconti nella tassa rifiuti. I pannolini lavabili sono sempre più consigliati anche dai pediatri, perché sono delicati con la pelle del bimbo, lasciano traspirare, vengono cambiati più spesso dalle mamme (ogni 3 ore), e sono utili a mantenere la corretta divaricazione delle anche e una temperatura non troppo alta (pericolosa soprattutto per i maschietti). Inoltre molte mamme notano un’anticipazione dell’abbandono del pannolino.

Io li ho usati per tutti e 3 i miei bimbi, ed è stata un’esperienza meravigliosa, all’inizio faticosa, non lo nego, ma poi sempre più semplice e abitudinaria. Da quando anche il mio piccolo è “spannolinato”, con un gruppo di mamme volontarie (Gaaf) abbiamo aperto una “Pannolinoteca”: prestiamo gratuitamente i pannolini lavabili, diamo informazioni e sostegno. Diciamo sempre alle mamme titubanti: “Anche un solo pannolo lavabile al giorno, aiuterà il pianeta e la pelle del tuo bimbo, provaci!”. “Ma costa troppo comprarli!” Ci dicono alcune mamme. Non è vero, comprare usa e getta costa molto di più: in 2 anni e mezzo dai 1000 ai 1700 euro. Comprare un kit completo di pannoli lavabili costa da 200 a 500 euro ( a seconda del modello e della marca). Se poi i pannolini sono comprati usati, passati da fratello a fratello, presi in prestito, avuti in regalo, il risparmio è ancora maggiore.

“Ma i pannoli son da lavare!” Certo, ma lavandoli a pieno carico, con altri vestiti, con poco detersivo (eco), a 40°, non sprecheremo troppa energia né avremo un pesante impatto ambientale. Dal punto di visto ecologico, l’impatto dei pannoli lavabili è minore della produzione e smaltimento degli usa e getta. Ovviamente sarebbe importante comprarli made in Italy e in cotone biologico, per ridurre l’inquinamento da trasporto e da pesticidi. Esistono anche i pannolini monouso compostabili, ma ci sono alcuni inconvenienti: costano molto di più dei pannolini usa e getta normali, e se sono sporchi di crema (come spesso avviene) non sono compostabili. Per questo non tutti i comuni li ammettono nella raccolta dell’organico.

Anche le creme, le salviette, gli oli con cui spesso spalmiamo la pelle dei nostri bimbi sono inutili, inquinanti, irritanti e costosi. Anni fa scrissi insieme alle mamme del Gaaf una guida per vivere la genitorialità in modo ecologico: giochi e vestiti usati, latte materno, pappe fatte in casa, igiene naturale… Perché i bambini non hanno bisogno di oggetti costosi. Il più bel regalo che possiamo fare è stare con loro e prenderci cura della terra in cui vivono.

Articolo Precedente

Brescia, mancano i soldi per la bonifica Caffaro. Sindaco scrive alla Regione: “Limitare le aree contaminate”

next
Articolo Successivo

Pistoia, inceneritore di Montale sotto inchiesta: tutte le diossine prima o poi vengono al pettine

next