L’Acea, associazione europea dei costruttori di auto, ha preso nota e commentato i risultati dei test effettuati dall’autorità tedesca dei trasporti KBA e dal ministero dei trasporti inglese, diffusi pochi giorni fa.

Entrambi hanno messo in luce, secondo l’associazione, le già note discrepanze tra i rilevamenti in laboratorio e quelli effettuati invece in situazioni reali di guida. Riguardo alle emissioni, queste sono di certo differenti nel secondo caso, “dipendendo anche dalle condizioni della strada e dal comportamento del guidatore”.

Pur facendo presente che tutti i veicoli oggetto d’indagine sono in regola con la normativa vigente, l’Acea ha riconosciuto che l’attuale sistema di rilevazione NEDC (messo a punto negli anni ’80) è ora obsoleto. “Ecco perché”, dice il segretario generale Erik Jonnaert, “sono anni che proponiamo un test di laboratorio aggiornato, il WLTP, insieme ad una prova aggiuntiva su strada”. Una procedura inedita per la misurazione delle emissioni inquinanti, che prende il nome di RDE (Real Driving Emissions).

La Commissione Europea ha adottato una politica dei piccoli passi a riguardo, dividendo la nuova normativa in un totale di quattro “pacchetti” separati. Il secondo dei quali, approvato a febbraio, è decisivo per permettere alle case costruttrici di prepararsi a nuovi test sulle emissioni. Ma siamo a metà del guado, e per completare la legislazione c’è bisogno urgente degli ultimi due pacchetti.

La stessa Commissione ha in programma di presentare il terzo di questi agli stati membri nel mese di ottobre prossimo, mentre il quarto ed ultimo nei primi mesi del 2017. “Solo così”, ha aggiunto Jonnaert, “potremo colmare il gap tra guida reale e test di laboratorio”.

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