Manca una settimana al 25 aprile, e alla Innse di Milano, azienda metalmeccanica nota per le lotte sindacali avvenute tra 2008 e 2009, ai lavoratori tocca protestare con la direzione perché sia tolto il veto ai rappresentanti dell’Anpi di Milano (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di accedere agli spazi aziendali, dove una lapide ricorda il sacrifico di 12 lavoratori che nel 1944 furono deportati nei campi di concentramento nazisti e in 10 persero la vita. Roberto Cenati, presidente provinciale di Milano dell’Anpi, ieri sera aveva ricevuto una telefonata dalla proprietà Innse che spiegava che la cerimonia, quest’anno, sarebbe stata riservata ai soli lavoratori e che sarebbe stato fatto divieto a qualsiasi “estraneo all’azienda” di farvi ingresso. “Questi consideravano l’Anpi un’estraneo – ha detto Cenati – per fortuna le maestranze si sono messe di mezzo costringendoli a un ripensamento”. Tutto smentito dall’azienda, che in un comunicato stampa sottolinea la sua adesione a tutte le celebrazioni per il 25 aprile. Quanto alla vicenda milanese rimanda all’anno scorso, quando divergenze tra le RSU-Innse e la Sezione ANPI Martiri Lambrate Ortica che avrebbero portato le Rsu a scavalcare la sezione invitando direttamente il presidente provinciale Cenati. Ciononostante, ci sono stati attimi di tensione all’ingresso dei cancelli della Innse, dove la maggior parte i lavoratori hanno preteso che la cerimonia non prendesse il via senza l’Anpi. Cenati è stato chiamato in fretta e furia e così la commemorazione ha potuto avere inizio

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