Giunta azzerata, ma il sindaco Pd indagato resta. Dopo la notizia dell’indagine dei carabinieri su presunte irregolarità nell’assegnazione di spazi e gestioni in ambito associativo, tutti gli assessori del comune di Finale Emilia (Modena) si sono dimessi. Quattordici le persone indagate, tra cui lo stesso primo cittadino. Il sindaco Fernando Ferioli ha deciso di non lasciare l’incarico, ma non correrà più alle prossime elezioni: “Le ferite saranno eterne come sarà eterna la convinzione di tutto il bene che è stato fatto”.

Non è la prima volta che l’amministrazione finisce al centro delle polemiche. Solo a fine gennaio scorso infatti erano cadute definitivamente le accuse di presunte infiltrazioni mafiose nel Comune, sospetti nati dopo che nell’inchiesta ‘Aemilia’ era stato arrestato l’ex responsabile dell’ufficio lavori pubblici Giulio Gerrini. Ferioli è un renziano della prima ora e ai tempi della ricostruzione post terremoto è stato pupillo dell’ex governatore Vasco Errani. A inizio aprile il Partito democratico aveva rinnovato la fiducia nel primo cittadino e annunciato la sua ricandidatura per le prossime amministrative.

Ferioli ha fatto sapere che formulerà “la richiesta al prefetto dell’invio di un incaricato che sostituisca gli assessori e permetta all’amministrazione di giungere a fine mandato, con l’approvazione di un bilancio che presenta un avanzo di oltre 9 milioni di euro e che lascerò in eredità al sindaco che mi sostituirà dopo le elezioni del 5 giugno”. E in merito alla decisione di non dimettersi, il sindaco ha poi commentato: “Voglio chiudere il mio mandato a scadenza elettorale, non un giorno di meno, rimanendo esclusivamente per non lasciare il mio amato Comune alla deriva. Sono a pezzi umanamente. Il mio percorso come sindaco arriva a conclusione in un modo che non avrei mai immaginato”.

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