Un commerciante di Trento ha esposto nella sua bancarella di frutta e verdura dei fagiolini con la scritta “siciliani” e non “italiani”. E così – come scrive il Trentino – si è visto recapitare dall’Agenzia di controllo del ministero dell’Agricoltura una multa di 770 euro. La motivazione? Il verduraio, Gianni Endrizzi, “ometteva l’indicazione del Paese d’origine, Italia, sul cartello apposto accanto ad una partita di fagiolini freschi per la vendita al dettaglio, ove veniva riportata la dicitura siciliani”. Di fronte a questa accusa, il commerciante ha fatto presente che indicare la regione di provenienza del prodotto è un’ulteriore informazione a vantaggio del consumatore e non un danno o tanto meno un reato, ma alla rimostranza di Endrizzi l’Agenzia ha precisato che non è così perché deve essere presa in considerazione l’ipotesi che ci sia qualcuno che non sappia dove si trovi la Sicilia.

Il proprietario del negozio ha commentato sul giornale locale la decisione dell’Agecontrol: “Non ho tentato di truffare nessuno, non c’è nessuna intenzione di dichiarare una cosa non vera, anzi. Faccio questo lavoro da 24 anni, la gente mi conosce, ci vorrebbe solo un po’ di buon senso e penso che siano ben altre le truffe e le contraffazioni”.

In sostegno di Endrizzi è intervenuta la Lega Nord, con Matteo Salvini e il capogruppo leghista in Senato, Gianmarco Centinaio, che ha parlato di “vicenda pazzesca” e ha presentato un’interrogazione.

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