Rete 4 ha trasmesso di martedì, mentre altrove impazzavano forti fiction e ogni altro ben di dio, l’ultimo film (realizzato nel 2011) sulla nascita della devozione per la Madonna di Lourdes. Come si sa, nel 1858 una pastorella “vede” e “ascolta” la Madonna; dapprima non viene creduta, ma poi i più degli abitanti e delle autorità civili e religiose del posto convengono di crederle. E da allora Lourdes, per la comunità cattolica, è quello che è.

Con l’occasione la rete minore di Mediaset ha trovato il suo pubblico elettivo, quello a cui costantemente guardava Emilio Fede quando si sporgeva complice dal suo Tg4: il mondo delle signore anziane, spesso sole in casa, fortemente impegnate a ripassare il senso dalla vita da cui si immaginano in uscita.

E così alle 21 e 21, non appena Paolo Del Debbio ha smesso di adempiere alla funzione di “difensore civico” che si è inventato, ha avuto inizio il film, pilotato come d’uso con break pubblicitari, Tgcom e notizie meteo. Per il finale c’era da arrivare a mezzanotte: un percorso lungo ed esposto ai colpi di sonno, per di più dinanzi a una storia che chi se ne intende conosceva già perfettamente (quanto meno per il ricordo del film del 1943 con Jennifer Jones, una pastorella quanto mai estatica).

Ma il grosso ha tenuto e, anzi, nella seconda parte della serata, ha manifestato una fedeltà d’ascolto particolarmente tenace, perché ogni spettatore ha resistito quasi per il 50% dell’intera durata, alla faccia delle emozioni troncate dalle usuali interruzioni.

Sbirciando nella platea, scopriamo che la metà abbondante è stata occupata da signore dai 45 anni in su (con una impennata oltre i 65 anni) mentre i maschi e i giovani di entrambi i sessi si sono tenuti sostanzialmente alla larga. Del resto avevamo avvisato che qui troviamo particolarmente donne anziane e spesso sole. Una solitudine che si accompagna alla scarsa frequentazione delle scuole, anche perché, ai tempi in cui queste nonne erano ragazze, le femmine venivano trattenute a lavorare in casa, che se non era l’Isis poco ci mancava.

Ovviamente, date le premesse, l’ascolto nelle regioni del centro-nord è assai contenuto, mentre dilaga in tutte le regioni del sud, senza eccezione e con tre punte: la Basilicata, la Sardegna e, a livelli vertiginosi, la Calabria dove lo share di Bernadette si spinge oltre il 15%, e cioè quasi al triplo del dato complessivo nazionale. Sicché c’è da scommettere che se anche in Italia dovesse materializzarsi uno star gate per conversare fra l’aldiquà e l’aldilà, ciò avverrà in qualche anfratto dell’appennino calabro-lucano o nelle profondità del Sulcis. Gli inviati dei talk show pomeridiani possono cominciare a portarsi avanti col lavoro.

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