Quattro anni fa aveva fatto notizia per una sua singolare performance: durante una riunione del consiglio comunale della sua città, Trapani, aveva litigato con un oppositore, esponente del Movimento per l’Autonomia. Semplice dibattito politico? Quasi, perché in quell’occasione, il malcapitato consigliere del Mpa era stato inseguito fino ai bagni del municipio, dove alla fine gli era stato assestato un morso al naso. Una scena degna di Mike Tyson, quella che aveva visto protagonista Girolamo Fazio, per dieci anni sindaco di Trapani con il Pdl, poi eletto all’Assemblea regionale siciliana con il partito di Silvio Berlusconi. C’era anche lui tra i partecipanti della seconda edizione della Leopolda siciliana, altrimenti detta Faraona, dal cognome del suo ideatore, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. Il luogotenente di Matteo Renzi in Sicilia, infatti, ha deciso d’importare a Palermo il meeting diventato simbolo del giglio magico: un momento, che tra tavoli tematici, dibattiti e interventi è diventato utile per far esordire con la nuova casacca le ultimissime new entry in casa Pd.

L’anno scorso era stata la volta dei parlamentari di Articolo 4, ex fedelissimi di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo che si erano riscoperti all’improvviso renziani di strettissima osservanza. “Bisogna allargare gli orizzonti”, aveva detto Faraone, e adesso, che proprio una ex di Articolo 4, e cioè Alice Anselmo, è diventata addirittura capogruppo del Pd all’Ars (dopo aver cambiato sette gruppi parlamentari), tra i locali delle ex fabbriche Sandron sfilano gli ultimissimi arrivati, quelli che un anno fa militavano ancora saldamente nel centro destra. Come Fazio appunto, considerato per anni uomo del senatore forzista Antonio D’Ali, e adesso raccolto in un momento di riflessione: sposare formalmente gli ideali del renzismo? O mantenersi semplice “simpatizzante” esterno? Tra i dem troverebbe tra l’altro il concittadino Paolo Ruggirello, ex luogotenente di Lombardo a Trapani, eletto in parlamento regionale con la lista del destrissimo Nello Musumeci, convertito al renzismo ormai da più di un anno. Tra i volti nuovi della Leopolda sicula ecco anche Giuseppe Milazzo, anche lui berlusconiano di stretta osservanza, recentemente migrato nel Pd perché – ipse dixit – “Renzi è il primo premier post ideologico”. Con Forza Italia era stato addirittura sindaco della sua città, Ragusa, Nello Dipasquale, che alla Faraona si era fatto vedere anche lo scorso anno, ma che nel 2012 dichiarava senza timore sulla pubblica piazza: “Il Pd fa schifo”. Oggi non ha cambiato idea: “Io sono rimasto democristiano, è il partito che è cambiato”.

Leader di Forza Italia al comune di Palermo era anche Stefania Munafò, fulminata già da tempo sulla via della Leopolda, mentre alla sua prima apparizione tra i seguaci del premier è Silvio Alessi, che esattamente dodici mesi fa era riuscito a spaccare il Pd ad Agrigento: aveva infatti vinto le paradossali primarie nella città dei Templi (poi annullate), nonostante fosse il candidato di Riccardo Gallo, parlamentare forzista molto vicino a Marcello Dell’Utri.

La seconda edizione della Faraona è occasione utile anche per dare il benvenuto tra i dem agli esponenti di Sicilia Futura, un gruppo parlamentare regionale battezzato dal vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, e omaggiato anche dal sottosegretario Luca Lotti, che ieri ha pranzato con alcuni deputati del nuovissimo movimento. Si tratta, in pratica, dell’ultimo esperimento dell’ex ministro Salvatore Cardinale: parlamentari eletti col centro destra, storici esponenti di Forza Italia, raggruppati sotto un simbolo fai da te per appoggiare il Pd in vista delle prossime politiche. Tra questi ecco Edy Tamajo e Michele Cimino, ex leader di Grande Sud, il partito fondato da Gianfranco Micciché prima di ritornare all’ovile di Arcore. Esponente di Sicilia Futura è anche Salvatore Lo Giudice, che all’Ars è entrato con il centro destra, e Totò Lentini, fedelissimo militante dell’Udc. In pratica, basta dare uno sguardo alla kermesse di Faraone, per scoprire come le parole dell’ex governatore Cuffaro fossero tutt’altro che una provocazione. “I miei si sono spostati tutti nel Pd di Renzi”, aveva detto l’ex presidente, dopo cinque anni di detenzione per favoreggiamento a Cosa nostra. E probabilmente non è un caso se come tema portante della sua convention, Faraone abbia scelto un semplice hashtag: #cambiamenti.

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