Société Générale, Unicredit e la Russian Bank for Project Finance sono state nominate consulenti finanziari per attirare finanziamenti a progetto per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2, l’infrastruttura annunciata l’anno scorso da Gazprom che dovrebbe collegare la Germania alla Russia attraverso il Mar Baltico, bypassando l’Ucraina. Lo hanno fatto sapere all’agenzia Interfax fonti al corrente della situazione. Il budget preliminare del progetto un anno fa ammontava a 9,9 miliardi di euro.

Lo scorso dicembre il premier Matteo Renzi aveva criticato il progetto, che a regime dovrebbe portare in Europa fino a 110 miliardi di metri cubi di gas, lamentando l’ambivalenza della Ue che su input di Berlino prima si era opposta ai cosiddetti “gasdotti del sud”, tra cui il South Stream, di cui era capofila Eni e che avrebbe dovuto attraversare il Mar Nero e i Balcani, ma poi ha accettato senza protestare il raddoppio del North Stream. Che di fatto taglia fuori i Paesi dell’ex Unione sovietica ma favorisce il Nord Europa a partire dalla Germania. A gennaio però la posizione di Palazzo Chigi è cambiata: Renzi ha aperto a patto che fosse garantita una maggiore partecipazione alle imprese italiane.

Il progetto comunque è ancora sub iudice. La Commissione Ue ha di recente ribadito “preoccupazioni per la sicurezza e la diversificazione delle forniture di gas e il futuro del transito del gas in Ucraina” e ha fatto sapere che resterà in contatto con il regolatore tedesco per avere dettagli e decidere se il gasdotto è in linea con le norme Ue.

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