Terremoto politico in Islanda. Il premier Sigmundur Gunnlaugsson, coinvolto nel caso dei Panama Papers, si è dimesso. Qualche ora prima, il primo ministro, preso di mira da una mozione di sfiducia dell’opposizione nel parlamento di Reykjavik, aveva chiesto al presidente dell’isola, Olafur Ragnar Grimsson, di sciogliere il parlamento e di andare a elezioni anticipate. Il presidente ha però rifiutato la richiesta chiedendo di consultare prima gli altri partiti.

La notizia delle dimissioni di Gunnlaugsson è rimbalzata sui principali media internazionali. La Bbc online scrive che “il primo ministro islandese si è dimesso sull’onda dello scandalo. E’ la prima ‘vittima’ dei Panama Papers”. L’attuale ministro dell’Agricoltura potrebbe prendere il suo posto, aggiunge il sito.

Lunedì, più di 26mila islandesi – quasi l’8 per cento della popolazione – hanno firmato una petizione online in cui chiedono le dimissioni di Gunnlaugsson, dopo che alcuni dettagli sugli affari finanziari della sua famiglia sono stati rivelati nei Panama Papers. Da parte sua, Gunnlaugsson, accusato di nascondere milioni di dollari di investimenti nelle banche del Paese dietro la società off shore Wintris, ha affermato che non sono state violate regole e né lui né sua moglie hanno beneficiato finanziariamente. Il premier aveva quindi chiarito che non si sarebbe dimesso. Oggi la retromarcia.

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