Le auto sono sempre più sicure ma i guidatori sono sempre più distratti, quasi sempre dagli smartphone. Per questo nel 2015 non ci sono state riduzioni significative di incidenti mortali sulle strade europee, come conferma il rapporto annuale diramato dalla Commissione EU. Certo, le strade del vecchio continente rimangono le più sicure del mondo, ma la riduzione del numero di vittime che causano ha subito un rallentamento.

I 26.000 morti dello scorso anno sono ben 5.500 in meno rispetto al 2010, cento in più del 2014 e, se sommati ai 135.000 feriti gravemente, totalizzano un costo sociale di almeno 100 miliardi di euro. Insomma, per raggiungere l’obiettivo del 2020, cioè quello di dimezzare i decessi che avvengono su strada, bisogna fare molto di più. Da qui deriva l’invito che Violeta Bulc, Commissario responsabile per i Trasporti, ha rivolto agli Stati membri, esortandoli a “intensificare gli sforzi per l’applicazione della normativa stradale e per organizzare campagne di sensibilizzazione”.

In tutto questo, il futuro della sicurezza stradale sarà sempre più influenzato dalla tecnologia e dall’innovazione. Nel medio e lungo periodo la guida autonoma potrebbe essere di enorme utilità per evitare le collisioni, ma intanto bisogna pensare al presente. E le statistiche dicono che anche il tasso di mortalità per incidente stradale ha smesso di diminuire: nel 2015 era di 51,5 morti ogni milione di abitanti, cioè lo stesso del 2014.

Le categorie più colpite, neanche a dirlo, sono quelle dei pedoni (39%) e di chi va su due ruote, sia a motore che a pedali (31%), mentre è la città il luogo più pericoloso, con il 67% degli incidenti totali e il 55% delle vittime. Quanto alle fasce di età, quella dagli 0 ai 24 anni è la più a rischio: il 16% dei morti sulle strade europee appartengono a questa categoria.

Ma anche la cifra sui feriti gravi (135.000) è molto significativa, sia perché viene pubblicata per la prima volta (ci sono voluti anni per avere dati comparabili dagli Stati membri), sia perché racconta una realtà che va ben oltre il numero dei decessi. Comunque sia, la situazione europea continua a presentare scenari molto differenti tra loro, con il numero di vittime della strada che varia sensibilmente di paese in paese, anche se il divario si riduce ogni anno.

Tuttavia l’Europa non può fare molto, perché “la maggior parte degli interventi è realizzata quotidianamente a livello nazionale e locale”. E la Commissione europea, dal canto suo, interviene laddove esista un chiaro valore aggiunto per l’Unione, per esempio con l’applicazione transfrontaliera della normativa sulle infrazioni stradali o con la definizione di norme tecniche di sicurezza per le infrastrutture e i veicoli. Ma nulla di più.

 

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