Le folli mode sul web sbocciano come fiori in primavera. I social sono pieni di immagini di donne che mostrano con orgoglio la propria fisicità, ma quelle che mirano a ostentare con fierezza fisicità con sottopeso eccessivo non solo non sono un gioco, ma possono essere molto pericolose. Dopo le foto con le monete messe in ordine sulla clavicola sporgente per celebrare la magrezza raggiunta, la nuova follia partita dalla Cina è fotografarsi il punto vita con davanti un foglio A4 e se rientra entro i margini del foglio l’obiettivo è raggiunto.

Usando l’hashtag #A4waist sono numerosi i ragazzi e le ragazze che si sfidano, in particolare su Weibo, cercando di far rientrare il punto vita nei 210 millimetri di larghezza del foglio in questione. Subito è partita la contromossa di chi cerca di far riflettere sostenendo che non sono i centimetri a essere sinonimo di bellezza, che la bellezza non è sinonimo di una taglia. Su instagram un utente scrive: “Perché né la tua taglia, né il tuo peso, né la tua etnia, neanche la tua ideologia o ancora la tua credenza o orientamento sessuale sono determinanti. Siamo tutti diversi”.

Altri postano foto con fogli con su scritte le varie taglie scrivendo che ognuno è bello a modo suo e non è obbligatorio star dentro a certe misure. Altri ancora ironizzano con fogli più grandi o con pezzi di cartone ridendo sul fatto che è quasi impossibile essere così esili da aver un punto vita che rientra in un foglio A4. Tutto ciò fa pensare ancora una volta a quel richiamo continuo al voler essere magre a tutti i costi, che sfocia spesso, specie in tenera età, nei disturbi alimentari. Solo in Italia sono oltre 4 milioni le persone che soffrono di Dca (disturbi del comportamento alimentare) e da un lato i social sono attenti a oscurare hashtag che prevedono parole come #ana o #mia che spesso veicolano immagini di donne in eccessivo sottopeso o che soffrono, appunto, di anoressia, dall’altro queste tendenze sicuramente possono destabilizzare chi è sensibile e vede nella magrezza ostentata una forma di accettazione. Il lavoro da fare sulla body confidence è ancora molto lungo, sperando che casi come questi diventino con il tempo sempre più sporadici.

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