In quel di Londra Nord è cambiato il vento. Non è l’inizio di Mary Poppins, anche perché in quel caso il vento soffiava verso Est. Non sono infatti il Charlton o il West Ham a essere i secondi in classifica, ma il Tottenham Hotspur, e non è un caso.

Da queste parti il vento nuovo ha un nome e un cognome la cui combinazione è allitterante ai limiti della lallazione: Dele Alli. Mentre la sua attuale squadra, un anno fa, finiva KO a Firenze sotto uno degli sporadici colpi di Mario Gomez e uno dei tanti di Momo Salah, lui si faceva le ossa al Milton Keynes, in League One. In realtà l’avrebbe anche potuto giocare quel Fiorentina-Tottenham, ma il suo nuovo club, dopo averlo opzionato per 5 milioni di sterline, aveva deciso di lasciarlo ancora in terza serie a completare il suo processo di crescita. Mai scelta fu più azzeccata.

Il ragazzo è giovane e dannatamente sul pezzo. Non ancora ventenne, è già un punto fermo nell’undici di Pochettino e sotto porta ci sa fare: 7 gol, tutti in Premier, nella stagione del debutto. Meglio di lui, in squadra, solo l’uragano Harry Kane. A proposito, uno dei più recenti, segnato al Crystal Palace, rasenta l’incredibile.

Sembra un Pogba, ma non è. Nel 4-2-3-1 del tecnico argentino è uno dei tre dietro Kane, nonostante a volte abbia anche giocato come centrale di metà campo. Con la Nazionale debutta a ottobre 2015, contro l’Estonia. Un paio di minuti, tanto respirarne l’aria. Appena Hodgson gliene concede qualcuno in più lui colpisce la Francia, a Wembley, nella ripetizione della maledetta amichevole di Parigi del 13 novembre.

Talento a parte, spesso la scorza del campione la si riscontra nella capacità di emergere nonostante le difficoltà di una vita non sempre sorridente. La madre Denise decide di abbandonarlo all’età di 13 anni. Le minacce dei servizi sociali e l’ospitalità della famiglia di un altro giovane calciatore rampante, Harry Hickford, hanno fatto il resto, togliendogli qualche castagna del fuoco. «Quando Dele ha segnato contro la Francia sono balzata dalla sedia – ha confessato, di recente, la donna al Sun – Ero così felice. Mio figlio ce l’ha fatta da solo. Sono felicissima per lui e molto orgogliosa di ciò che è riuscito a ottenere». La gratitudine e il perdono del futuro prossimo del calcio inglese è misurabile in sterline, 4000, che il 20 degli Spurs ha donato alla famiglia nel corso dell’ultimo anno, quando ancora non aveva una busta paga a sei zeri.

a cura di Lorenzo Dragoni, per Crampi Sportivi

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