Cultura

Paolo Poli, morto a 86 anni il grande attore fiorentino. Teatro in lutto

A dare l'annuncio su Twitter è stato il sindaco della città, Dario Nardella. Maestro delle recite sul palcoscenico così come dietro al piccolo e grande schermo, l'attore da un mese era ricoverato all'ospedale Fatebenefratelli dell'isola Tiberina

di F. Q.

E’ morto Paolo Poli, grande attore fiorentino di teatro che a maggio avrebbe compiuto 87 anni. A dare l’annuncio su Twitter è stato il sindaco della città, Dario Nardella. Nato a Firenze il 23 maggio del 1929, Poli ha dedicato la sua vita al teatro: maestro delle recite sul palcoscenico così come dietro al piccolo e grande schermo. Da circa un mese era ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli dell’isola Tiberina.

Eclettico trasformista, personaggio dall’ironia pungente e uomo di cultura, accanto alla passione per la recitazione ha coltivato anche quella per il canto, incidendo alcune canzoni e album. A vent’anni partecipa ad alcune trasmissioni Rai con macchiette, favole, canzoni e prosa e nello stesso anno inizia gli studi universitari che riesce a portare a compimento, pur continuando ad esibirsi e arrivando negli anni a portare i suoi spettacoli in giro per i palcoscenici d’Italia. Poli è stato uno dei primi artisti e personaggi pubblici a dichiarare la sua omosessualità. Ha interpretato ruoli “en travesti”, da Rita da Cascia a Caterina dè Medici, formandosi nella Sua Firenze accanto agli amici d’infanzia tra i quali Beppe Menegatti e Franco Zeffirelli.

 

Ad unirsi al lutto il regista Beppe Menegatti, accanto alla moglie Carla Fracci, étoile internazionale:“Eravamo come due fratelli, legatissimi, anche Carla lo era. Siamo nati nella stessa città, cresciuti insieme, stesse scuole, stessa università. Ed insieme abbiamo cominciato calcando le scene con Brecht e Garcia Lorca. Un pezzo della mia vita se ne va con Paolo” ha detto, aggiungendo: “Un angelo se ne andato. Il nostro dolore è inesprimibile”.

Da Canzonissima all’operetta, dal teatro in cui ha interpretato spesso testi scritti in prima persona, ma anche opere di Becket e Genet, Palazzeschi e Marinetti, Alfieri, Gozzano, Wilde e Diderot, al cinema di Duccio Tessari, Per amore… per magià, e Gianni Amelio con Felice chi è diverso, una sorta di autobiografia cinematografica e uno degli ultimi lavori, ad andarsene è uno dei più grandi outsider della scena contemporanea.

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