Il numero due dell’Isis, Haji Imam, è stato ucciso dalle forze di coalizione a guida Usa durante un’operazione in Siria. Ad anticiparlo sono i media americani, a cui è seguito l’annuncio ufficiale del segretario alla Difesa, Ash Carter. L’uomo era un alto leader religioso e braccio destro di Abū Bakr Al Baghdadi, califfo dell’autoproclamato Stato Islamico. Il vero nome è Abd ar-Rahman Mustafa al-Qaduli ed era considerato uno dei possibili successori del leader del califfato.Il dipartimento di Stato americano aveva messo una taglia di 7 milioni di dollari per qualunque informazione utile alla sua cattura.

Oltre a Qaduli, Carter ha confermato la morte del “ministro della guerra” dello Stato Islamico, Tarkhan Batirashvili, meglio conosciuto come Omar al-Shishani o “Omar il ceceno” che, secondo l’Osservatorio per i diritti Umani, era rimasto gravemente ferito in un raid aereo a inizio marzo mentre alcune fonti Usa ritenevano fosse morto. Si tratta di “un terrorista noto, fin dai suoi legami con al Qaida” e “uno dei tre obiettivi di maggiore valore” nella lotta allo Stato Islamico, ha spiegato il segretario alla Difesa, sottolineando poi che gli Stati Uniti sono “impegnati più che mai al fianco dell’Europa. I nostri nemici sono gli stessi”.

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