La buona notizia? Le immatricolazioni delle auto per così dire “ecologiche” in Italia sono in crescita. E questo non può che renderci felici, perché la transizione verso una maggiore elettrificazione dei trasporti (merci e persone) non può che giovare alla riduzione delle emissioni nocive (che pur solo in minima parte sono causate dal trasporto).

Tuttavia, se in questa prima parte dell’anno le immatricolazioni di auto elettriche hanno registrato una flessione a vantaggio delle ibride, un dato rimane: la vendita di auto elettriche e ibride pesa poco più del 2 per cento sui volumi di vendita di questo inizio 2016, troppo poco.

Qual è il problema? Lo sappiamo bene: prezzo d’acquisto più alto, mancanza di incentivi governativi, defiscalizzazione, mancanza di strutture di ricarica. In molti si (e ci) chiedono: un’auto elettrica può essere l’unica auto di famiglia? Risposta: in Italia no. Ma in Inghilterra… Senza scomodare i virtuosissimi paesi del Nord Europa, basta dare un’occhiata proprio al Regno Unito, dove già oggi sulla quasi totalità delle autostrade è possibile ricaricare nel tempo di una pausa breve (circa 30 minuti) la propria vettura elettrica, in modo da continuare il viaggio senza problemi.

Secondo i dati forniti dalla Rac Foundation in collaborazione con il National Charge Point Registry (ente che sarebbe bene istituire anche in Italia, al posto di demandare ai gestori energetici il ruolo di implementazione dei punti di ricarica…) sono ben 165 le colonnine fast charger installate sulle autostrade della Gran Bretagna, contro le nove (9!) dell’Italia, tutte concentrate al Nord.

Se vivessimo in Inghilterra, alla fatidica domanda “l’elettrica può essere l’unica auto di famiglia?” con ogni probabilità risponderemmo si! Avere una colonnina di ricarica ogni 32 chilometri, con un’autonomia media dei modelli in vendita attorno ai 120 km, significa poter affrontare tranquillamente gli spostamenti del weekend, rendendo possibile un coast-to-coast dell’Inghilterra in elettrico puro.

Come hanno fatto i sudditi di Sua Maestà? Semplice, due anni fa hanno deciso di investire 15 milioni di sterline (circa 19 milioni di euro) nell’installazione di colonnine elettriche veloci sulla rete autostradale. E oggi i risultati si vedono: il 98 per cento (1.831 miglia su 1.859 totali) del sistema autostradale inglese è servito da colonnine. E la percentuale rimane comunque alta (82%, 3.845 miglia su un totale di 4.668) se si considerano le strade a scorrimento veloce. Chissà se Renzi è in ascolto…

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