Dopo Banca Etruria e Cariferrara, anche Banca Marche, sprofondata sotto oltre 900 milioni di euro di perdite, è stata dichiarata insolvente. Lo ha deciso il tribunale fallimentare di Ancona, che ha sancito l’insolvenza a fronte del default da un miliardo di euro in seguito al quale il governo, con il decreto salva banche dello scorso 22 novembre, ha azzerato gli investimenti di 44mila azionisti e obbligazionisti subordinati. All’istanza di insolvenza si erano opposte le Fondazioni Cassa di Risparmio di Jesi e Cassa di Risparmio di Pesaro. “Lo stato di deficit patrimoniale della banca al momento dell’apertura della risoluzione – scrive il tribunale di Ancona nelle 13 pagine della sentenza  – non è seriamente contestabile; la protrazione nel tempo e il progressivo aggravamento del suddetto deficit, con esito negativo perfino dei tentativi di soccorso straordinario – ad esempio quello del Fidt ad inizio di ottobre 2105 che prevedeva la sottoscrizione di un aumento di capitale di 1.200 milioni di euro… – è pienamente significativo della irreversibilità del dissesto”. Secondo i giudici, “non può quindi trarsi dai tentativi di salvataggio in questione la conclusione, sostenuta dagli intervenuti (Fondazioni Caripesaro e Carisj, appunto, ndr), della sostanziale recuperabilità dell’equilibrio patrimoniale dell’impresa bancaria”.

Ora anche nel caso dell’istituto anconetano potrebbe aprirsi la strada per la contestazione della bancarotta fraudolenta a carico degli ex vertici su cui pende già l’inchiesta ‘madre’: 36 gli indagati a vario titolo, tra cui l’ex dg Massimo Bianconi, per reati che vanno dall’appropriazione indebita e corruzione tra privati al falso in bilancio e in prospetto, dall’ostacolo alla vigilanza all’associazione per delinquere. Per Bianconi i pm hanno chiesto il giudizio per corruzione tra privati, con gli imprenditori Davide Degennaro e Vittorio Casale, in un procedimento stralcio che approderà davanti al Gup il 20 aprile. Il Codacons ha già preannunciato che si costituirà parte offesa “non appena la procura di Ancona dovesse aprire un fascicolo per il reato di bancarotta fraudolenta” e offrirà assistenza legale a tutti i risparmiatori che hanno visto azzerato il valore delle proprie obbligazioni.

Intanto è ancora buio fitto sui rimborsi ai risparmiatori che avevano investito nelle quattro banche salvate (oltre a Etruria, Banca Marche e Cariferrara anche Carichieti) e hanno perso tutto. I decreti con i criteri per gli indennizzi, da gennaio, non sono ancora stati approvati. Mercoledì 16 marzo alle 11.30 Adusbef e Federconsumatori hanno annunciato un nuovo presidio sotto il ministero dell’Economia. “Troppo tempo è trascorso dal salvataggio di Carichieti, Cassa di Ferrara, Banca Marche e Banca Etruria, ma i risparmiatori stanno ancora aspettando! Dopo oltre 4 mesi non si è ancora giunti ad una soluzione”, scrivono in una nota le associazioni. I consumatori sostengono la “necessità di un rimborso totale per i risparmiatori truffati, spesso indotti a effettuare investimenti e operazioni finanziarie ad alto rischio dietro inganni o ricatti (ad esempio per ottenere mutui o prestiti personali)”. La soluzione dell’arbitrato, per i consumatori, è “del tutto insufficiente e carente” e “nei decreti attuativi ci auguriamo si preveda un concreto rimborso, per i risparmiatori, definito attraverso un confronto con chi rappresenta le parti in causa”.

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