Il pericolo valanghe era alto. Ma un gruppo di scialpinisti sono comunque partiti per raggiungere la vetta del Monte Nevoso in Valle Aurina, in Alto Adige (3.o00 metri). Alle 11.15 però una grande slavina si è staccata travolgendone almeno dieci. Sei di loro sono stati recuperati senza vita, tra di loro anche un ragazzo di sedici anni. Si tratta di italiani, probabilmente tutti altoatesini. Nel novero delle vittime anche una persona di nazionalità austriaca, mentre otto persone sono state tratte in salvo senza riportare ferite. Unico ferito un altro austriaco.

La valanga ha investito in pieno tre gruppi di scialpinisti per un totale di 15 persone intente a salire verso la vetta della montagna. Arrivati in quota gli uomini del soccorso alpino si sono messi subito al lavoro e hanno iniziato a localizzare le persone sepolte con l’apparecchio elettronico Arva. “Le vittime – racconta Josef Auer, capo del soccorso alpino della Val Pusteria – si trovavano sotto la neve anche a un centinaio di metri di distanza l’una dall’altra”. Le ricerche sono state sospese in serata, e secondo i soccorritori non ci sono dispersi.

“Alcuni sono riemersi da soli dalla neve”
L’incidente è avvenuto quando il fronte nevoso si è staccato dal monte in Val Pusteria, e gli sciatori, sono rimasti sepolti. Non è escluso che altre persone possano trovarsi sotto la massa nevosa, che si è estesa per una lunghezza di 300 metri raggiungendo un fronte largo 150 metri. I soccorritori hanno riferito che alcune persone sono riuscite a riemergere con i propri mezzi dalla neve, mentre sul posto stavano lavorando i numerosi mezzi di soccorso inviati, i cani da valanga e tre elicotteri di salvataggio.

“Raramente abbiamo gestito un intervento di questa entità”
Particolarmente amato dagli scialpinisti per le escursioni di fine stagione, a causa della sua altezza e della vista di cui si gode dalla cima, il Monte Nevoso è per altezza, la seconda cima nel gruppo delle Vedrette di Ries, lungo la linea di confine tra l’Italia e l’Austria: fattore questo, che ha reso particolarmente difficili gli interventi di salvataggio. “Raramente ci siamo trovati a gestire un intervento di soccorso di questa entità e di questa portata”, ha detto all’Ansa Rafael Kostner, il pioniere del soccorso alpino, ora alla guida di Aiut Alpin, organizzazione di elisoccorso impegnata sulla valanga della Valle Aurina. “I soccorsi – ha detto Kostner – sono estremamente difficili a causa dell’alta quota della disgrazia. Gli elicotteri hanno difficoltà a raggiungere in sicurezza quote oltre i tremila metri. Perciò si vola con pochissimo carburante e tutta l’attrezzatura superflua viene lasciata a terra”.

Dall’inizio dell’anno la terza valanga killer
“La zona dove si è staccata la valanga – ha aggiunto invece il senatore Hans Berger, esponente del Südtiroler Volkspartei e alpinista – è un grande triangolo, con il vertice rivolto verso la vetta. Alla base di questo triangolo c’è un grande avvallamento. Se una slavina si stacca lassù, per chi si trova più in basso non c’è via di scampo e la neve si può accumulare per metri e metri”. Mentre proseguono le operazioni di ricerca dei superstiti, da Parigi anche il premier Matteo Renzi fa sapere di essere in continuo contatto con la Protezione civile per seguire gli sviluppi.

Quello di oggi è il terzo episodio che si registra nel 2016 ad alta quota: il 13 febbraio due diverse valanghe, nelle province di Bolzano e di Sondrio, avevano provocato la morte di un escursionista e di uno snowboarder. Oggi invece, un’altra valanga si è staccata questa mattina intorno alle 11.30 a Bormio, nella zona del Vallone. Le due persone rimaste coinvolte nella slavina sono rimaste illese.

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