“Mollo Roma se ci sarà scarsa affluenza alle urne e se ci fossero risultati negativi”. Mentre Silvio Berlusconi blinda il suo candidato Guido Bertolaso e mentre il centrodestra prepara i gazebo per le primarie di Roma tra i tormenti, è l’interessato a mettere le mani avanti e specificare che in caso “di scarsa partecipazione” sarebbe lui a fare un passo indietro. “10mila persone vere sono meglio di 15mila taroccate”, ha aggiunto ad Agorà su Rai 3, “ma forse 5mila sarebbero un po’ poche. Dico ai romani di andare a votare per dimostrare che tengono alla città”.

Le primarie sono state organizzate per le giornate del 12 e 13 marzo dopo che l’investitura dell’ex Cavaliere per Bertolaso non ha convinto il leader del Carroccio Matteo Salvini e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Per questo la consultazione sarà fatta con un semplice questionario per dire “sì o no” alla candidatura di Bertolaso. “Conta poco che Matteo Salvini non si fidi di me – ha commentato Bertolaso – L’importante è che si fidino i romani. Bisogna fare squadra per salvare la città di Roma. Salvini deve impegnarsi a capire meglio i problemi della capitale”. Il diretto interessato, dal canto suo, ha confermato la propria posizione: “Di Roma non parlo, Bertolaso dica quello che vuole: non è il mio candidato” ha detto il leader della Lega a margine dell’inaugurazione di una sede del suo movimento a Grammichele, nel Catanese. Alla domanda se in futuro potrà esserlo, Salvini ha replicato: “Non è il mio candidato…”.

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